Proprio mentre il ministro del MIUR (ciò che una volta era giolittianamente definita come “Pubblica Istruzione”) tranquillizza che i soldi per avviare il nuovo anno scolastico ci sono (purché ogni studente provveda alla propria razione annua di carta igienica…) appaiono laconiche e sinistre le notizie relative ai primi risultati dei test di ammissione al TFA – Tirocinio Formativo Attivo per aspiranti docenti della scuola media e superiore, precari permettendo ma questa è un’altra storia!
Per i pigri riassumerò dicendo che si fa un concorso per esami per essere ammessi al TFA. Il concorso è molto complicato. Pagando 100 € di tassa e spendendo un bel po’ nell’alimentare il canale editoriale degli specializzati in pubblicazioni formative in parte note ed in parte nate ad hoc per questo concorso si accede alla prima preselezione, passata la quale ci sono altre prove scritte ed orali specifiche per la classe di concorso specifica per cui si partecipa (matematica, scienze, storia e filosofia ecc). Se si passano tutte si ha infine diritto di essere ammessi al tirocinio presso una qualche scuola superiore con tanto di tutor (e a sentire chi oggi insegna la cosa è molto oscura per tutti, dal preside al bidello). Ovvio che il periodo di tirocinio di un anno si paga la bellezza di 2500 €, niente male per un disoccupato; alla fine del tirocinio la sospirata “cattedra” se non altro nella provincia scelta e sempre che questa nel frattempo non sia stata abolita! E ciliegina sulla torta…frequenza obbligatoria e costante, il che vuol dire che non è possibile effettuare altri lavoretti tanto per campare…
Qui due articoli da “Il Corriere della Sera”
Quiz Filosofia, solo il 3% di ammessi
Tfa, test per docenti pieni di svarioni
Giusto qualche giorno fa la mia figlia maggiore, aspirante tirocinante, imprecava in varie lingue nei confronti delle iniziative spesso decisamente inique della cosiddetta spending review asserendo che i tagli avrebbero comportato l’ennesimo concorso burla, tanta fatica, sacrifici e denaro spesi da centinaia di migliaia di aspiranti a fronte di qualche decreto annulla decreto perché tanto i fondi per pagare i neo docenti non ci saranno nonostante il turnover ed i calcoli ministeriali. Come darle torto soprattutto se pensiamo ai calcoli del Ministro del Lavoro che si è dimenticata decine di migliaia di esodati?
Già la modalità di assegnazione dei posti alle sedi universitarie da scegliere ed in cui concorrere ha scatenato polemiche relative alle iniquità nei rapporti posti/territorio che pare favorirebbero gli aspiranti candidati associati alle università piccole e molto provinciali ed ora anche le prime notizie sul tipo e sull’esito dei primi test è in odore di beffa.
Ma nel frattempo le Università a cui gli aspiranti hanno dovuto associare la propria candidatura hanno incassato un bel centone da ogni aspirante come tassa di ammissione all’esame per mettere a disposizione aule, un po’ di carta ed un computer a fare i calcoli di graduatoria. Non ci metto le spese per la commissione perché viste le domande fatte finora credo siano stati reclutati a caso ed a gratis!
Per riassumere quanto sta succedendo rimando agli articoli citati pocanzi; aggiungo solo che sembra tutto accuratamente studiato per effettuare una selezione massacro e quando ci sono esami di mezzo se c’è la volontà di bocciare non c’è ricorso che tenga, pur con esami scritti pur con metodi aritmetici inoppugnabili: non rimane che la class action operazione in questi casi piuttosto difficile da attuare perché in genere ognuno tenta di farsi gli affari suoi con tipico atteggiamento italico teso a favorire percorsi individualistici.
E quindi rendere i test fraudolentemente complicati tanto da sbarrare anche i più preparati allo scopo di ridurre al minimo l’impatto e la reazione di chi, una volta fortunosamente passato, si ritroverà con un pugno di mosche tra due anni, al termine del tirocinio, quando verrà loro detto che i precari ultradecennali, aventi diritto e priorità, hanno riempito tutti i buchi o che, peggio, di buchi non ce ne sono proprio perché nel frattempo magari sarà stata ulteriormente alzata l’età di pensionamento o per chissà quale altro oscuro motivo…
Dopo tutto la prima ideazione di questo strumento di immissione in ruolo fa parte dell’era berlusconiana e di quel genio della Gelmini…
Sembrano i concorsi a cattedre dei primi anni ‘80 della ministra Falcucci. Io ne vinsi uno, ma tanto la cattedra non c’era e dopo due anni si ricominciava tutto da capo.
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