Questo fine settimana ha visto ancora una volta, credo che siano giunti più o meno alla ventesima edizione, l’iniziativa di Legambiente che vede coinvolti cittadini volontari e volenterosi armati di ramazza a pulire qua e là città e paesini. Gli altisonanti numeri riportati dai promotori non rendono sufficiente giustizia alla reale portata dell’evento: 600.000 volontari su 1700 località che fa una media di 353 a località con punte di 1000 a Roma e qualche decina nei piccoli centri. Pochini. E l’inutilità di queste iniziative non dipende ovviamente dal numero irrisorio di risorse coinvolte.
Con il rispetto dovuto a chi ha partecipato o parteciperà non sono comunque d'accordo con iniziative come queste così come non lo sono per centinaia di iniziative dei cosiddetti gruppi retake –qui il link a quelli del gruppo romano- che periodicamente ma più spesso a caso si attivano per dare una ripulita alla lordura delle nostre città di cui Roma ormai da più di un decennio sembra essersi fatta untrice e spettatrice passiva di quella che è ormai zozzeria dilagante: e qui il termine dialettale romanesco calza a pennello.
In un mondo ideale sarebbe sufficiente che ognuno si impegnasse a non sporcare e che le amministrazioni sanzionassero pesantemente i trasgressori.
Non sono d'accordo perché pagando tasse in cambio di servizi pretendo che questi vengano erogati e se ciò non accade non voglio sborsare ancora risorse di tasca mia anche fossero solo tempo e mezzi.
Qualcuno osserva che così come esistono i cattivi esempi ci sono anche quelli buoni e queste iniziative sono proprio del secondo tipo: dare un esempio, buono, di comportamento. Certamente. Ma il buon esempio è continuamente dato anche da tutti coloro i quali rispettano le regole e non mi pare serva: iniziative quindi certamente ammirevoli, forse, ma sicuramente altrettanto ingenue nel pensare di fungere da esempio.
A che giova farsi venire la tendinite gratuitamente per scrostare da pali, cassonetti e serrande milioni di adesivi abusivi se una settimana dopo si è punto e daccapo senza che nessuno, autorizzato a farlo, si sia preso la briga di individuare (e qui è facile, ci sono i telefoni!) ai mandanti dell’attacchinaggio selvaggio per sanzionarli pesantemente?
Inoltre il cittadino corretto e pulito va a fare, con queste iniziative, proprio ciò che chi sporca non si sognerebbe mai, danno e beffa dunque.
Insomma questa beneficenza a chi non ne ha diritto, le amministrazioni e gli enti che fanno funzionare le cose, non la trovo corretta. La beneficenza la faccio a chi non avrebbe comunque nulla da nessuno: non si tratta di situazioni di emergenza come quelle che vedono coinvolti i volontari a portare aiuto a persone alluvionate o vittime di altri disastri più o meno naturali.
I sostenitori di iniziative come queste portano esempio stranieri con i soliti slogan “in tutto il mondo lo fanno…” quando la realtà dei fatti li smentisce categoricamente. Le uniche iniziative che si conoscono sono quelle relative alla cosiddetta street art, come in Olanda ad esempio, e che coinvolgono gli studenti di grafica e design ad abbellire la monotonia del mattoncino bruno tipico di quell'edilizia. Non certamente di pulizia, dal Portogallo alla Polonia. E quindi, un conto è abbellire un anonimo muro grigio con disegni ed ornamenti e ben altro è ripulire le strade dal pattume dovuto da una parte all’assenza delle amministrazioni e dall’altra alla sciatteria di pochi incivili.
O si pretende forse che il singolo abitante di una città popolosa si comporti come la famosa massaia pugliese di paesini come Locorotondo od Alberobello che si pulisce con secchio e straccio i pochi metri quadrati di selciato davanti alle porte delle loro abitazioni a livello del vicolo?
Non è con questo tipo di esempi che si cambia la testa dell'incivile. Non è luogo comune ma realtà dei fatti raccontare dei tedeschi incivili (e solo loro ovviamente non i tedeschi tutti) che a casa loro non oserebbero lasciare una bottiglia in giro e poi nei nostri campeggi sono mediamente i più zozzi di tutti. A casa loro non osano perché vengono pesantemente sanzionati da un'amministrazione efficiente nell'esecuzione e nella prevenzione.
Ognuno esprime la propria attività in modo personale. Mi sembra di non essere l'unico che dissente. Preferisco giudicare dai fatti: gli amministratori si presentano con un programma con cui solo i fatti, serenamente osservati, possono confermarlo e sono troppi anni che vengono disattesi o lasciati all'iniziativa privata.
Perché allora non auto finanziarci anche l'asfalto delle strade? Perché non rimuovere le auto parcheggiate male? Ironicamente, perché questi volenterosi cittadini non si organizzano in turni di ramazza a coprire le strade del quartiere come le massaie le già citate massaie pugliesi?
A quando il vedere un cittadino arrampicato su una scala a cambiare le lampadine dei lampioni perché chi dovrebbe farlo latita e chi dovrebbe controllare chi dovrebbe farlo è assente?
Posso accettare ed apprezzare di ornare l’anonimo muro grigio o di interrare piante in un area che ne è priva ma proprio non riesco ad accettare l'idea di pensare di risolvere problemi SERI con iniziative che, per quanto in buona fede, restano locali e limitate e spesso inutilmente fini a sé stesse. Demagogiche. I problemi richiedono soluzioni adeguate ai problemi non battute polemiche, code di paglia e sorrisetti autocompiaciuti di chi fa questo tipo di volontariato.
E qui parliamo di problemi grossi e seri da trattare con serietà.
Se vedo qualcuno che sta male chiamo un'ambulanza e lo faccio portare in ospedale e pagando le tasse pretendo l'una e l'altro, non mi aspetto né mi affiderei ad iniziative locali.
Così, e parlo per la mia città, è proprio soltanto…na romanella.