venerdì 15 agosto 2008

Il filo online diventa il cappio offline

 

Nota post migrazione (novembre 2011). Visto il seguito di commenti che ha avuto questo post li riporto integralmente così come inseriti su Splinder

In questo mondo parolaio dove a tutti (e non sempre per fortuna, ma questa è un'altra storia e basta cambiare canale) è dato modo di scrivere c'è una cosa che ho casualmente scoperto (una persona che conosco stava per esserne coinvolta) e che sinceramente mi lascia sbigottito da una parte e furioso dall'altra.

Pubblicizzata continuamente su quotidiani, settimanali e mensili, con migliaia di banner diffusi in rete c'è una casa editrice che continuamente (e già qui la cosa la dice lunga) indice concorsi letterari per scrittori emergenti. Chiunque penserebbe che la prassi sia quella nota: si manda lo scritto (dopo essersi tutelato con testimonianze e mezzi informatici che ne si è l'autore primo ed unico) e si aspetta la fatidica risposta.

Macché! In questo caso si deve pagare, e per un/una giovane, spesso giovanissima possibile penna del futuro tirare fuori 2250 € non è cosa facile, direi impossibile. Tanto chiedono!

Il loro messaggio è subdolo e sibillino: inviaci i tuoi scritti anonimi e ti faremo una proposta editoriale. Una proposta oscena direi.

Perché quel denaro?

Per stampare 300 copie, di cui 150 devono essere acquistate dall'autore stesso che autonomamente provvederà a rivendersele a 15 € cadauna con il probabile sistema del porta a porta presso parenti ed amici impietositi (trovarne 150 non è mica facile!). Le rimanenti 150 verranno piazzate dalla casa editrice nelle varie librerie che solo in caso di esaurimento provvederà a stamparne altre. Infine questa sosterrà i costi di pubblicità a mezzo stampa e/o radio e televisione (immagino, radio val cannuccia e il giornalino della scuola elementare!). Ovviamente i diritti d'autore verranno riconosciuti, ovviamente!

Immagino che la commissione giudicatrice delle opere da selezionare abbia ampie vedute :-)

Che amarezza...

E infine, in tutto questo, e le tasse?

Commenti

#1 04 Settembre 2008 - 16:22

eh hai ragione sai. conosco bene il mondo editoriale. se sai scrivere ti pubblicano gratis le editorie serie. purtroppo in italia gente che sa scrivere veramente ce n'è poca, ma sono tanti coloro che hanno sogni nel cassetto e se ne approfittano. è cosi ovunque. e quanto costa realizzare un sogno? 2500 euro.
un bacio Malice

MaliceDuNoir

#2 06 Settembre 2008 - 14:10

hahahaha... che bello trovare qualcuno con cui condividere certe amarezze. Ho scritto un post in merito qualche mese fa e ti dirò di più, ho trascorso un anno ad inviare manoscritti più o meno a chiunque e il filo edizioni è stao il primo a rispondermi, seguito da altromondo editore (molto visibile su internet e che cita testualmente: " inviaci il tuo manoscritto, investiremo su di te"... andrebbe quantomeno multato per falsa dichiarazione), seguito da Gingko edizioni. Ora ti racconto una chicca sull'ultimo citato. Dopo avermi inviato il contratto con cui mi sarei dovuta impegnare a pagare 2500 dindini sonanti, e dopo aver declinato l'offerta, a distanza di 6 mesi mi giunge una lettera in cui la redazione mi avverte che il mio libro non può essere preso in considerazione perchè non consono a nessuna delle loro linee editoriali... non ho ancora smesso di ridere. Fortunatamente, qualcuno di serio ancora esiste e dopo un anno di ricerche l'ho trovato.
salutissimi,
robin

EosDea

#3 06 Settembre 2008 - 15:08

Ho persino trovato a sputtanarli grazie all'iniziativa del blog di Grillo ma evidentemente il capoccione genovese ha molto altro da fare!
Non sapevo degli altri lestofanti. Grazie della segnalazione.

Jedan58

#4 09 Luglio 2009 - 13:25

Io ho pubblicato di recente un libro di poesie con la Casa Editrice Il filo, però ho speso molto meno di quanto da voi indicato (150 copie a 12 euro ciascuna); ho fatto una presentazione in una libreria a Milano (c'era poca gente) e due vicino a dove abito. Finora ho venduto circa 50 copie. Comunque è vero che in giro ci sono offerte editoriali che tanto offerte non sono. Ciao Annita


utente anonimo

#5 17 Luglio 2009 - 18:29

quali case editrici consigliate allora per libri di poesie?

utente anonimo

#6 13 Agosto 2009 - 15:03

Ho pubblicato con Ilfilo un romanzo ( " Un giudice in prima persona") acquistando 150 copie ad € 14 l' una. A parte quelle da dare in omaggio ( di cui non potevo far carico all'editore) in una presentazione curata solo da me ne ho vendute 45. Altre 62 ha venduto una libreria trovata da me. Da parte dell'editore o da Mursia nessuna distribuzione nelle librerie ( e con sole 150 copie che distribuzione vuoi fare?) ma solo postazione su internet con aggravio di € 3 per spese di spedizione.Sto ancora attendendo risposta alla richiesta di rescindere il contratto ( che comunque si risolverà automaticamente a novembre). Per esperienza fatta non posso che condividere i commenti precedenti. F.E.Nirta.

utente anonimo

#7 12 Settembre 2009 - 16:31

Si può scegliere o meno di pubblicare un libro, in base alle proprie tasche ed esigenze. Nessuno obbliga nessuno, prima ci si informa su ciò che si sta compiendo e poi si decide. Accade anche nella vita! Il filoonline è una casa editrice seria, che propone i propri autori, fa "propaganda" non con i giornalini delle scuole elementari. Dietro c'è tutto un lavoro meticoloso di persone che svolgono il proprio mestiere.Purtroppo non tutti sono famosi come la Merini o Camilleri. E un sogno, si sa, costa sacrifici anche economici, è cosi! Da qui la scelta di pubblicare o meno; gli altri non stanno col fucile spianato, il contratto sta sotto i nostri occhi...Se ci va pubblichiamo con quelle clausole, altrimenti fa niente.
Una scrittrice o presunta tale ( si spera...)

utente anonimo

#8 18 Settembre 2009 - 18:21

Accetto ma non condivido. Nel mio romantico immaginario per pubblicare un tempo (e ancora oggi) si mandavano i testi a più editori, con commissioni di critici attenti che decidevano se valeva la pena rischiare la pubblicazione. Con il sistema qui criticato invece si pubblicano i libri con la stessa logica della vendita delle pentole o delle creme a parenti ed amici tra i primi...E siamo al paradosso perché andando in libreria ci si accorge che oggi come oggi "tutti" scrivono e pubblicano un libro investendoci di tasca loro...

utente anonimo

#9 23 Settembre 2009 - 12:54

Io poco fa ho inserito una poesia per l'autore del mese...L'ho vista inserita dopo qualche secondo...Ma ora non c'è più...Dov'è finita???

utente anonimo

#10 23 Dicembre 2009 - 16:30

Buonasera Jedan58,
mi scusi il tono molto diretto ma quando leggo commenti privi di fondamenta come quello che ha scritto non posso non essere diretto nell'esporre le mie idee, visto che come tanti sono alla ricerca di un editore e, allo stesso tempo, cerco di informarmi in modo oggettivo e circostanziato.
Le contesto soprattutto questi punti del suo discorso:
> Pubblicizzata continuamente su quotidiani, settimanali e mensili, con migliaia di banner diffusi in rete...
< b>Anche la Mondadori e tante altre investono molto in pubblicità, stiamo ancora al pauperismo imprescindibile per l'editoria che punta sugli autori emergenti?</b>
> Chiunque penserebbe che la prassi sia quella nota...
< b>Chiunque ragioni con il solo riferimento delle case editrici senza contributo, ma non esistono solo quelle.</b>
> Il loro messaggio è subdolo e sibillino: inviaci i tuoi scritti anonimi e ti faremo una proposta editoriale...
< b>Cosa c'è di subdolo nel dire chiaramente anche sul loro sito che ci potrebbe essere una proposta editoriale? E' un altro modello imprenditoriale, tutto qui.</b>
> questa sosterrà i costi di pubblicità a mezzo stampa e/o radio e televisione (immagino, radio val cannuccia e il giornalino della scuola elementare!)...
< b>Immagina male e non si prende la briga di informarsi come ho fatto io prima di sentenziare. Se le sembra poco fare pubblicità sui quotidiani nazionali come Repubblica e radio o avere 3 trasmissioni letterarie su Sky...</b>
> Ovviamente i diritti d'autore verranno riconosciuti, ovviamente!
< b>Perchè no?</b>
> E infine, in tutto questo, e le tasse?
< b>Ma che c'entra? Le chiacchiere da bar meglio farle durante il derby.</b>
Saluti,
Gaetano Urbani

utente anonimo

#11 23 Dicembre 2009 - 17:36

Accetto e pubblico. Ma non condivido ed insisto. Dopo tutto visto che oggi giorno chiunque si permette di scrivere un libro e farselo pubblicare perché non poterlo fare anche a pagamento? Subirà con certezza quasi matematica la sorte dei vari set di pentole inox o creme di bellezza (come qualcuno ha già scritto) vendute prima (o quasi esclusivamente) a parenti e vicini e forse a qualche estraneo.
Inoltre si tenga conto che all'epoca della pubblicazione di questo post (agosto 2008) la casa editrice in questione non aveva ancora corretto il tiro dei suoi, ribadisco, sibillini ed oscuri messaggi, cosa che ha fatto soltanto dopo la pubblicazione di post come questo.
Infine, frequento moltissimo le grandi librerie e non ho mai visto un solo titolo a firma della casa editrice di cui stiamo scrivendo.
Comunque sia auguri per la sua attività letteraria.


Jedan58

#12 10 Febbraio 2010 - 15:00

Anch'io sono in cerca di pubblicazione per un mio romanzo, ne ho già due su Lulu e presto anche su Boopen e altri ne seguiranno.
Sono incappata anch'io nel signore di cui sopra e su un altro. 2750 euro da una parte, 2000 dall'altra. Grazie no, continuo a cercare.
Comunque, credevo di aver visto il fondo come truffatori con le agenzie per il lavoro, ma c'è chi è peggio...

gattaneilibri

#13 11 Febbraio 2010 - 19:02

Lentamente continuano i commenti negativi, per fortuna. Spero che infine le cosiddette "case editrici" come questa verranno finalmente chiuse!
Grazie a gattaneilibri per il suo contributo

Jedan58

#14 27 Febbraio 2010 - 08:19

Sono la presunta scrittrice del 12 settembre. Capisco la sua amarezza, Jedan 58, però torno qui, a distanza di qualche mese, per aggiornarla sul mio stato. Dalla pubblicazione con la casa editrice ILFilo( settembre 2009), qualche progresso c'è stato. Sto curando delle presentazioni e ad oggi ho venduto quasi 80 copie ( in un solo lancio) delle 150 tot. tranne qualche libro omaggio ( a mie spese, ovviamente). Diciamo che non posso lamentarmi, anzi. Grazie al libretto avrò una prestigiosa recensione sul "Caffè Michelangiolo" di Firenze, ci saranno altre iniziative nella mia provincia che mi coinvolgono ( perché interpellata), sono invitata nelle scuole ed ho avuto l'apprezzamento di persone addette al settore. Ma ancora ho molto da fare, perché ( si spera) vorrei continuare nella promozione finché mi è concesso e senza peccare di presunzione ....
Se quest'avventura meravigliosa dovesse finire, ne conservo un gran ricordo !!
Per quel che riguarda le case editrici, a qualcuno bisogna pur chiedere, quindi perché prendersela solo con il Gruppo Albatros? Anche le altre non sono da meno sui contratti.

utente anonimo

#15 25 Novembre 2011 - 01:42

Concordo in pieno con quanto scritto dal responsabile della casa editrice il Filo-online.
E' ora di finirla, con quest'attacco contro le pubblicazioni a pagamento, il tempo dell'Editoria Romantica è oramai finito, sopratutto in questi tempi di crisi. Non vedo che cosa ci sia di così immorale nel farsi pagare il service editoriale. L'editore, è pur sempre un professionista, e come un'avvocato, o un medico, ha il SACROSANTO DIRITTO, ad essere ricompensato per l'opera che prestata. DEVE FORSE FARE OPERA DI BENEFICENZA? DEVE FORSE ANDARE FALLITO, TANTO PER FARE LO PSEUDO-INTELLETTUALE, MODELLO POST-SCRIBACCHINO? La visione dell'intellettuale-mecenate, propria di quella sinistra-comunista che da anni ha infestato l'editoria, è da considerarsi un retaggio storico-culturale, bella a sentirsi, ma poco realistica nell'attuarsi. Ne ho conosciuti di editori, che hanno fatto di questo credo il loro grido di battaglia, con il risultato di vedersi le banche alla porta, e la sede venduta all'asta per i troppi debiti accumulati con le tipografie, per libri stampati, e mai venduti.
Cara signora, si svegli, l'editoria non è purtroppo un luogo immaginario fatto di salotti dove si discute di Kant o Mann, ma un'impresa fatta di costi e ricavi, e che come tale pretende di essere gestita. Viviamo in Italia, una nazione che investe poco e niente in cultura e per la cultura, non in nazioni come la Francia, l'Olanda o il Belgio, dove chi intende iniziare l'attività di editore, viene finanziato ed aiutato. E' facile commenatare dall'esterno, senza conoscere quelli che sono i costi di produzione di un libro. E' altrettanto facile, mettersi sulla tastiera di un pc, e iniziare ad inveire contro chi si guadagna il pane giornaliero, cercando autori che possano essere pubblicabili. Le dico questo non al fine di sollevare inutili polemiche, ma con il solo scopo di spiegare le ragioni di chi fà purtroppo il mestiere dell'editore in questi tempi così bui.

utente anonimo

#16 25 Novembre 2011 - 10:13

Innanzi tutto va precisato che qui non è mai intervenuto nessun responsabile della casa editrice citata e quindi non vedo a chi si riferisca il nostro anonimo commentatore.
E smettiamola di dire fregnacce. Non è forse il caso di dire invece che oggi troppi vogliono scrivere e pretendono di veder pubblicato su carta con un bel ritorno economico i loro scritti? Anch'io scrivo, su queste pagine, ma lo faccio gratis e come tutti coloro i quali tengono un diario, scrivo più per me stesso che per gli altri.
Ed è su questa spinta che le aziende quali quelle rappresentate da nostro commentatore anonimo lucrano sfilando soldi a quei quattro sfigati che si sono improvvisati scrittori professionisti. Per non parlare dei poeti. La rete è piena di poesie. Sono tutti diventati improvvisamente novelli Neruda.
Vorrei proprio vedere se una qualsiasi casa editrice si sognerebbe mai di chiedere soldi ad un qualsiasi imbecille che provenendo dal tubo catodico si improvvisa scrittore. E ce ne sono almeno una dozzina che mi vengono in mente adesso. Le librerie hanno gli scaffali delle novità piene di scritti di tizio e di caio che passandoci davanti ogni volta mi fanno esclamare "e adesso pure questo/a scrive?"...
Ed ecco che casca l'asino quando il nostro commentatore riporta i casi di paesi europei dove l'editore viene finanziato...ecco appunto, tutti froci col culo degli altri. E quindi in Italia, unico paese dove esiste il fenomeno del paga che ti stampo, non essendoci finanziamento i soldi vengono chiesti ai presunti autori.
Preferisco sapere che il libro che ho comprato e letto è nato dalla scelta di un comitato editoriale e non dal frutto di una transazione economica do ut des in tutto e per tutto assimilabile al meretricio.
Ci sono in giro dei potenziali Dumas? Chissene frega. Tanto nessuno potrà aver mai rimpianto di non aver letto quanto non sarebbe mai stato pubblicato.

Jedan58

#17 26 Novembre 2011 - 04:54

Noto con dispiacere che lei continua a non capire ( o forse non vuole capire), il fatto che il vero problema dell'editoria al giorno d'oggi, non è dato tanto dalla richiesta minima per il print on demand ( i più chiedono al massimo 600/700 euro), ma altresì dal fatto che in Italia non si legge, e non i romanzetti scritti, sempre come dice lei, dallo scrittore analfabeta, ma fior fior di libri divenuti classici già da qualche decennio. La caccia alle streghe contro gli editori a pagamento, sarà comunque destinata a finire, dato e visto che il futuro dell'editoria è sempre più orientato verso il print on demand. Mi faccia dire un'ultima cosa; sempre per citare una sua frase, il frocio con il culo degli altri, lo fanno non gli editori a pagamento, ma piuttosto le cosidette agenzie letterarie puriste, che operano per case editrici finanziate dal partito (per lo più comunista o di sinistra).
E' facile fare lo pseudo-intellettuale, quando hai le coop rosse che ti passano lo stipendio a fine mese. Anche se hai segnalato, qualche mezza cartuccia, che comunque non venderà più di 200 copie.

27 novembre 2011 - 1630

A prescidendere dal suo anonimato ora ho capito. Lei è uno dei tanti che vede i comunisti dappertutto, prova ne sia la citazione delle agenzie letterarie, comuniste e ovviamente populiste. Mi risulta che da quelle parti un tempo pubblicare era cosa ben ardua
In Italia non si legge e questo è il problema? In Italia non si è MAI letto. Non è che l'eccesso di pubblicazioni abbia incrementato la disaffezione. Print più o meno on demand la disaffezione e la disattenzione dell'italiano medio nei riguardi della parola scritta e stampata è sempre stata enorme.
Il post è chiuso. I commenti anche. tanto chiude anche Splinder

Jedan58

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