E' stato simpatico stanotte (insonne) su LA7 rivedere quel vecchio film con Aldo Fabrizi, "Siamo tutti inquilini".
Ho sempre amato quel genere di film non solo per la comicità semplice, pulita ma efficacissima e non solo perché dimostrano che una volta erano esclusivamente gli attori, e che attori!, a sostenere con un dialogo pressoché continuo tutto il film perché quasi nulla era affidato alla scenografia.
La memorabile serie de "La famiglia passaguai", i duetti con Totò come in "Così è la vita" piuttosto che l'indimenticabile meraviglioso "Guardie e ladri" e decine di pellicole girate a cavallo tra la fine della guerra e l'inizio degli anni 60 che già segnano un cambiamento radicale nella società e quindi anche nel cinema. Amo quei film perché rappresentano un modo di vivere che non esiste più e che, anche se sicuramente forzatamente romanzato allora, era semplice, schietto, umano. Quei caseggiati popolari dove tutti sapevano di tutti ma nessuno se la prendeva per questo. Dove la solidarietà col prossimo, a cominciare proprio dal vicino di casa (ricordate la bellissima figura del medico di guardia in "Una di quelle", sempre con Totò e De Filippo) era all'ordine del giorno, dove c'era un paese intero da costruire tutti insieme e dove la speranza di un domani migliore era a portata di mano ed un pensiero costante. Si era poveri ma belli insomma per parafrasare un film dell'epoca.
Ma è stato oltremodo simpatico in varie scene del film vedere lo scorrere dei giorni con i foglietti strappati di un vecchio calendario a blocchetto da muro, di quelli che non si trovano più. E giorno dopo giorno in quell'immaginario gennaio degli anni '50 in una scena si arriva al 28, mercoledì...e sono nato proprio in un mercoledì, 28 gennaio, del 1958. Il film è del 1953 ma siamo lì. Nascevo in quegli anni, in quel clima.
Tra l'altro è comico vedere De Filippo strappare pezzetti di quel calendario a formare immaginari 36, o domeniche al posto dei lunedì, perché ci si faceva le cartine delle sigarette..."e questa è carta fine, di qualità..."
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