domenica 30 ottobre 2011

Il ponte sullo stretto. Cronaca di una morte annunciata

Nel 1998 mi capitò di lavorare per una società che occupava degli enormi uffici multipiano qui a Roma: era la Società Stretto di Messina nata nel 1981 come concessionaria unica della progettazione e realizzazione del famoso ponte tra Scilla e Cariddi o giù di lì.

Già allora mi incuriosiva molto (anche come geologo ma non solo) e sinceramente nonostante l'idea risalisse ai tempi dell'unità d'Italia non se n'era mai parlato approfonditamente proprio perché tutto quanto ruotava intorno a questo progetto colossale restava avvolto nel mistero. E' molto interessante la storia di questo progetto (qui) ed istruttivo leggere proprio quanto i primi interessati dicano di questa cosa (qui).

Tutto questo finché Berlusconi fin dal suo primissimo ingresso in politica non fece di questo progetto un suo cavallo di battaglia, una delle sue promesse poi mancate, tra le tante nel mare di amnesia che colpisce spesso l'italiano medio(cre).

Pochi giorni fa pur di non rischiare di perdere la maggioranza in una delle ennesime votazioni la compagine governativa ha votato una mozione IdV apparentemente slegata ma che avrà ripercussioni notevoli anche sulla supposta e fantascientifica costruzione di questo megalite tecnologico: e così il ponte non si farà, ma non per ora o per questo decennio, probabilmente per questo secolo. E così ad iniziare da uno degli uscieri della società di cui s'è detto e finire col geometra del cantiere di posa del primo pilone a Reggio Calabria (aperto anni fa in deroga a tutto per far spostare i binari della SA-RG) questo oggetto dei desideri di Berlusconi ha fagocitato svariati miliardi di euro a vuoto. Per nulla. Pagati ovviamente da noi.

Non discuto la capacità tecnica e di progettazione ed anche di realizzazione italiane ma in un contesto quale quello nazionale dove le priorità sono ben altre il ponte risulta un orpello assolutamente inutile. Sarebbe stato anche bello da vedersi probabilmente, come possono esserlo altre opere del genere in Europa (Olanda o Danimarca per esempio); ma da quelle parti i servizi essenziali, le infrastrutture primarie, l'attenzione al welfare sono obiettivi prioritari sempre rispettati e soltanto DOPO i governi di quesi paesi si sono presi la briga di spendere soldi per ponti e ponteggi campando benissimo per secoli di traghetti!

Soltanto chiamando in causa ancora la geologia potrei poi rispondere che un'opera del genere dovrebbe essere destinata a durare almeno un millennio se non di più (come testimoniano le colossali opere del passato) ma con la Sicilia e la Calabria che slittano su due placche tettoniche distinte allontanandosi di diversi centimentri l'anno, con un progetto che ha omesso e ignorato clamorosamente gli aspetti macroscopici della regione parlando genericamente di faglie e in una zona dove nel 1908 si ebbe uno dei più violenti terremoti del XX secolo direi che mancano proprio i presupposti per poggiare i piloni di un ponte che è cosa ben diversa dalla gettata unica dei tralicci ENEL che portano energia alla Sicilia.

La mezza tonnellata di altre considerazioni negative è cosa facile: sociali, territoriali, ambientali, politiche e strutturali.

E quindi il miraggio di Berlusconi tra i tanti del famoso patto con gli italiani era, è e rimarrà tale.

Per fortuna.

Per approfondimenti anche questi articoli sono molto interessanti.

venerdì 28 ottobre 2011

Facile premonizione





Il 6 ottobre 2010 scrivevo:

"Ma che ve lo scrivo a fare? Forse è solo un ennesimo inutile promemoria a dimostrare, da qui al prossimo autunno, alla prossima ondata di pioggia più intensa del normale, che siamo alle solite cazzate.

Non serve neanche seppellire i morti ed aspettare la prossima: spesso ci ha già pensato il fango.

Ogni anno la Liguria affoga, ora qui ora lì, con le ennesime esondazioni dei torrenti o dei fiumi che vengono giù dritti verso il Mar Ligure."

E ancora oggi leggo titoli altisonanti ed usuali quali "FANGO ASSASSINO"...
Cazzate, un mare di cazzate. Soltanto questo ancora una volta sento e leggo.


bla bla bla...

E l'altra sera a Matrix m'è molto dispiaciuto sentire che anche Mario Tozzi ormai si è adeguato al sistema sparando altrettanto cazzate...




mercoledì 26 ottobre 2011

Cadaveri eccellenti


Il 30 aprile 1945 il cineoperatore Tamber si recò, con la sua cinepresa, in piazzale Loreto (MI). I corpi dei gerarchi fascisti che il giorno prima erano stati appesi alla pensilina del distributore di benzina non c'erano più. I milanesi stavano raccogliendo offerte per una colletta per le famiglie dei partigiani, trucidati proprio in piazzale Loreto, davanti ad una fotografia che mostrava i loro corpi senza vita.

Tamber cercò a lungo i corpi di Mussolini e della Petacci, e degli altri: alla fine li trovò su di una banchina bombardata della stazione centrale di Milano.
Un mucchio di cadaveri erano stati gettati per terra da qualcuno poco prima dell’alba e tra questi Benito Mussolini e Claretta Petacci uccisi a Giulino di Mezzegra (CO) la sera del 28 aprile 1945: oltre a loro altri gerarchi fascisti. La folla cresceva di minuto in minuto, sempre più aggressiva e minacciosa divenne ingovernabile: non intervennero i militari americani né riuscirono a far nulla i pochi carabinieri ed i partigiani presenti.

Chiunque fosse presente in quella piazza allora voleva contribuire infierendo sui cadaveri con calci, percosse, sputi e quant’altro fosse servito a palesare la rabbia ed il rancore inespressi nei confronti di chi da decenni era stato artefice di repressioni ed oppressioni.

Alla fine i vigili del fuoco presero l’iniziativa e decisero di appendere i cadaveri alla pensilina della stazione di servizio affinché tutti potessero vederli ed evitando al tempo stesso ulteriori devastazioni dei corpi.

La reazione incontrollata della folla inferocita e vessata, in una piazza con clima di rivoluzione, con aria da presa della Bastiglia, è quanto di più comune possa accadere dopo un periodo buio quale quello fascista ha rappresentato per la nostra nazione.

Ecco perché, contrariamente alla maggioranza delle opinioni che ho sentito in questi ultimi giorni, non mi sono affatto meravigliato e tanto meno indignato di fronte a quanto accaduto nei confronti di Gheddafi, relativamente ai suoi ultimi momenti di vita