La distanza genera credulità, che quanto più un evento è lontano nello spazio tanto più ciecamente gli uomini tendono a prendere per buona qualsiasi cosa si racconti su di esso.
Questo aspetto, legato allo spazio, per estensione è facilmente riportabile anche a distanze nel tempo o nel divario conoscitivo tra un individuo e l’altro o più genericamente tra l’individuo e la conoscenza come antitesi all’ignoranza stessa.
Distanze queste molto spesso ancora più insormontabili che non quelle geografiche: un ignorante può senza dubbio riuscire ad organizzarsi per un viaggio transoceanico a visitare popoli della Melanesia ma sempre ignorante resta. Si pensi, ancora a semplice esempio, alle leggende ed alle mitologie, religioni comprese, tramandate per secoli e millenni a cui ancora la maggioranza crede od alla profonda ignoranza per cui ancora così tanti credono alle intercessioni di santi, patroni, maghi e guaritori o, per associazione di idee passando dal patrono al patronum ed i suoi clientes di romana memoria alla ingenuità con cui la maggioranza si beve le cazzate dei politici.
Il fatto fondamentale sembra essere che i mezzi di comunicazione non hanno affatto annullato lo spazio, nel senso di consentire al genere umano di riflettere in modo razionale su avvenimenti lontani: anzi, è vero il contrario.
Da quasi un secolo grazie a radio, televisione e stampa e da qualche decennio grazie da Internet oggi ci si fanno idee assurdamente errate su popoli, tradizioni, usanze e governi di cui un tempo si ignorava del tutto l'esistenza e dilagano incompetenza, ignoranza di ritorno e supponenza nel saper tutto di tutto soltanto perché lo si è letto in Internet creando un popolo di esperti; letto su Internet velocemente e spesso soffermandosi sulle figure proprio come i ragazzini pigri (e futuri ignoranti) guardano solo le figure dei fumetti che leggevano.
Insomma. Corrado Guzzanti tanti anni fa indirettamente aveva colto il senso completo di questo dato fondamentale col suo, da me ribattezzato or ora, teorema dell’aborigeno. E passando dal particolare al generale come ogni buon teorema che voglia esser parte d’una teoria, direi che il senso finale è questo: la maggioranza è aborigena e la conoscenza non avrà mai nulla da dir loro affinché possano assorbirne anche una minima parte.
Fortissimo...invece di 'annullare' le distanze...le abbiamo 'create'. Aspetta di farti una bella chiacchierata con la generazione in arrivo....'aborigeni' è dir poco...
RispondiEliminaIrene