giovedì 11 settembre 2008

Lucio Battisti ciao! Dieci anni oggi e ci manchi

Avevo 14 anni quando uscii felice dal negozio delle "Messaggerie Musicali" in via del Corso con lo spartito in sola chiave di violino (allora si trovavano solo quelli) de "I giardini di marzo" di Lucio Battisti e Mogol.

L'avevo ascoltata alla radio un paio di giorni prima e ne ero rimasto incantato. Non conoscevo Battisti o forse sì, non lo ricordo, ma dopo più di un'ora di autobus non appena tornato a casa mi misi subito al pianoforte ed iniziai a suonare; aggiungendo anche l'accompagnamento a quel misero spartito per chitarra.

E scoprii Battisti, le sue emozioni, che ancora oggi mi accompagnano spesso pur non essendo il cantautore italiano da me preferito. Quella sua voce un po' aspra, la sua musica facile da riprodurre, con giri melodici semplici, da parte di chiunque avesse una chitarra ed un po' d'orecchio musicale. E quante volte intorno ad un fuoco d'estate con quella chitarra e noi a cantare le bionde trecce gli occhi azzurri e poi...si certo, perché no!

Vorrei infine soltanto aggiungere che nonostante poco fa abbia usato l'aggettivo "facile" per parlare della sua musica in realtà Lucio fu un innovatore, un inventore, unico ed ancora inarrivato, di musica che era davvero NUOVA per il panorama dell'epoca ed anche successiva. Fu l'unico che scriveva musica indipendentemente dalle parole con le quali non accettava compromessi e che riusciva a creare qualcosa che fosse destinato soprattutto ad essere registrato in sala d'incisione. La gallina coccodè spaventata in mezzo all'aia e non piangere salame dai capelli verderame...sono solo due miseri esempi di quel che Mogol riusciva a fare CON e PER la musica di Lucio.

10 anni fa Lucio Battisti moriva lasciando un vuoto incolmabile

Ed anche se il mio razionalismo fa a pugni con quanto sto per scrivere mi piace pensare che "l'Arcobaleno", scritto da Mogol ed interpretato da Adriano Celentano, sia davvero il testamento spirituale di Lucio Battisti trasmesso al paroliere da una medium come si racconta...

Io son partito poi così d'improvviso
che non ho avuto il tempo di salutare
istante breve ma ancora più breve
se c'è una luce che trafigge il tuo cuore
L'arcobaleno è il mio messaggio d'amore
può darsi un giorno ti riesca a toccare
con i colori si può cancellare
il più avvilente e desolante squallore
Son diventato se il tramonto di sera
e parlo come le foglie d'aprile
e vivrò dentro ad ogni voce sincera
e con gli uccelli vivo il canto sottile
e il mio discorso più bello e più denso
esprime con il silenzio il suo senso
Io quante cose non avevo capito
che sono chiare come stelle cadenti
e devo dirti che è un piacere infinito
portare queste mie valige pesanti
Mi manchi tanto amico caro davvero
e tante cose son rimaste da dire
ascolta sempre e solo musica vera
e cerca sempre se puoi di capire
Son diventato se il tramonto di sera
e parlo come le foglie d'aprile
e vivrò dentro ad ogni voce sincera
e con gli uccelli vivo il canto sottile
e il mio discorso più bello e più denso
esprime con il silenzio il suo senso
Mi manchi tanto amico caro davvero
e tante cose son rimaste da dire
ascolta sempre e solo musica vera
e cerca sempre se puoi di capire
ascolta sempre e solo musica vera
e cerca sempre se puoi di capire

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