domenica 19 dicembre 2010

Preventivamente

Piazza del Popolo noi cantavamo
ed eravamo una sola cosa ...
poi tutt'a un tratto gente che piange
gente che spinge
gente che va in terra ...
mi trovo a correre come un dannato
non ho più fiato non so dove andare ...
non so dove andare ... non so dove andare ...

(Claudio Baglioni. 1972)
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A metà strada tra quanto avvenuto il 14 dicembre scorso e quanto avverrà mercoledì prossimo ho deciso di dire anch'io la mia. Finora ho taciuto per evitare di cadere nella provocazione facile ma se il diritto democratico di dire stronzate ce l'ha Gasparri -ahimé da sempre e su qualsiasi argomento- voglio avvalermene anch'io, almeno sui fatti recenti di Roma.

Premetto innanzi tutto che non reputo improbabile che una pur minima parte dei cosiddetti violenti della manifestazione del 14 dicembre scorso siano infiltrati messi lì a bella posta da oscuri figuri paragovernativi così come Kossiga ai tempi mandava poliziotti ad estrarre P38 per dar la scusa ad altri poliziotti ed altri di sparare su manifestanti pacifici o quanto meno caricare cortei chiassosi e, credetemi, negli anni 70 come si dice, io c'ero.

Tolta questa minima parte la maggioranza agisce compatta, organizzata, preparata (ci vuole tempo anche solo a disegnare gli scudi che riportano i titoli e gli autori dei più bei romanzi siano mai stati scritti) e soprattutto pronta a menare le mani: se vai ad una manifestazione con casco e passamontagna non stai certo preparandoti ad uscire in moto d'inverno e dopo tutto potrei testimoniare sia per aver portato con me un casco in un paio d'occasioni nei lontani anni di piombo sia perché spesso esco in moto d'inverno.

Detto questo quanto successo a Roma pochi giorni fa lo capisco e lo giustifico. Avete letto bene. Lo giustifico. Posso non condividerlo ma non posso non giustificarlo.

Con dei mezzi assolutamente inopportuni e coinvolgendo mezzi, oggetti e persone innocenti che costituiscono i cosiddetti danni collaterali quei ragazzi sono la punta dell'iceberg che rappresenta il disagio ed il malessere che vivono e vivranno per chissà quanti anni a venire, nell'incertezza e nel dubbio generati da una classe dirigente che per profitto ha trasformato la flessibilità in precarietà ed instabilità come costante.

A questi ragazzi è negato persino il sogno di un futuro rispetto a quelli della mia generazione che se non altro poteva almeno sognarlo un futuro a nostra misura. La loro azione è tesa anche a raccogliere adesioni tra gli esponenti moderati dei manifestanti, adesioni che non avranno perché da sempre queste frange sono minoritarie soprattutto in un paese come il nostro nel quale per accendere una reazione occorrono decenni di soprusi e vessazioni e, a quanto pare, i miei concittadini non ne hanno abbastanza e sono piuttosto assuefatti (e soddisfatti?) allo status quo.

A chi patteggia per le forze dell'ordine rammento che chi tirava loro di tutto, dalle sedie dei bar ai sampietrini, lo faceva contro l'unico simbolo dello stato che li ha spinti all'esasperazione: la divisa che in questo caso è vista come indossata da coloro i quali difendono gli esponenti di quel malgoverno che contestano violentemente. Così come per noi ragazzi degli anni '70 il "celerino" (nome derivato dal tristemente famoso reparto "Celere" della PS) era spesso messo in rima con "assassino" per questi del 14 dicembre scorso è concettualmente la stessa cosa. Il famoso bullone tirato in testa al Michele Placido/-poliziotto di “Romanzo popolare” non era per lui…

E voglio ricordare quale sia l'oggetto che ha risvegliato e scatenato un movimento studentesco che sembrava sopito o del tutto assente: il famigerato, deleterio e criminale DDL "Gelmini" sulla riforma della scuola e dell'università. Riforma avversata da chiunque abbia un minimo di caro vecchio buon senso e contestato trasversalmente da insegnanti e studenti di scuola ed università, da gestori, dirigenti, tecnici e ricercatori, da nord a sud. E sull'onda di questo movimento di protesta giunto al culmine proprio quando l'Italia ha scoperto che si può acclamare come schiacciante una vittoria anche vincendo con 314 punti contro 311.

Ed il DDL del più devastante ministro della PI che l'Italia abbia mai avuto (nessuno ha mai fatto bene ma neanche la Falcucci aveva fatto tanti danni) non è una scusa per far casino. E' esso stesso l'oggetto del contendere. Perché per i giovani, soprattutto per quelli più esasperati e delusi, rappresenta la negazione del sogno di cui parlavo prima. Quand'è infatti che i giovani iniziano a sognare la costruzione del loro futuro se non a scuola e ancor di più all'università nella facoltà che hanno scelto volontariamente a rappresentare le loro aspirazioni?

Ecco perché la protesta che degenera facilmente in manifestazione esasperata di ricerca di cambiamento con mezzi impropri ma che, ripeto, giustifico.

E penso a mercoledì prossimo quando il DDL sarà portato in Senato e contemporaneamente il movimento studentesco ha preparato una seconda manifestazione. E penso a Gasparri ed alla sua (ultima) stronzata. L'arresto preventivo.

E allora arrestate anche me visto che, almeno nelle intenzioni, potendo farei molti più danni e soprattutto non collaterali ma diretti, contro la classe dirigente che sta devastando questo nostro paese.

E come tante volte è stato scritto e detto, allora arrestateci tutti.

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