lunedì 30 settembre 2013

Siamo tutte puttane

Se lo dissero da soli Ferrara e la Santanché quando il 25 giugno scorso convocarono una manifestazione pro Berlusconi dopo che era stato condannato a sette anni per concussione e sfruttamento della prostituzione minorile.

Ieri sera Blog ha dedicato la puntata domenicale con 10 minuti a tratti terribili ma per fortuna più spesso esilaranti alla pitonessa

Non so per quanto tempo Rai Replay terrà in linea il pezzo ma vale la pena non perderlo!

Sarei proprio curioso di sentire come si giustificherebbe la protagonista di fronte a tanta palese contraddizione.

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http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-13f4621d-d965-4fed-9355-bd059ad227f0.html#p=0

domenica 29 settembre 2013

Governi in crisi e crisi di governo

Norberto Bobbio diceva che la storia costituzionale si è tristemente snodata attraverso un'altalena di crisi di governo (spesso molto lunghe) e di governi in crisi (spesso molto brevi).

Da questo punto di vista La sola novità che la seconda repubblica ci ha recato in dote è la sostituzione della crisi con un eterno stato di pre-crisi, ma il rantolo è lo stesso.

Ed è ormai più di un anno che si va avanti rantolando con un susseguirsi di crisi asmatiche da più parti che non hanno però impedito di permettere ai più di sgolarsi a parlare esclusivamente degli assilli persecutori di Berlusconi.

Ed ecco la conclusione, facile presagio anche del sottoscritto. Il padre-padrone, il capo indiscusso ha staccato la spina ordinando ai suoi sottoposti un radicale quanto immediato tutti a casa. L’uomo in cui un mostruoso egoismo e la vanità possono essere più che degnamente rappresentate, ha emesso i suoi ordini considerando un partito cosa sua, come un’azienda in cui parlare di rappresentanze sindacali o comitati di operai ed impiegati sia bandito da un regime totalitario; partito che nel bene e nel male rappresenta milioni di italiani.

Ed ecco che si riaffacciano i motti demagogici che sempre accompagnano i terremoti istituzionali: l’interesse del paese.

Patetica l’ira di Letta che si è sentito tradito come se non avesse saputo fin dall’inizio che si andava alleando con chi, da lì a poco, sarebbe stato condannato in via definitiva e che avrebbe preteso il riconoscimento della persecuzione giudiziaria. Che altro aspettarsi da un delinquente mentitore di professione? Ridicola la sua reazione di fronte alla scusa dietro la quale si è trincerato Berlusconi che parla di uscita dal governo delle tasse

Mi astengo dal commentare le dichiarazioni dei vertici PdL, falchi o colombe che siano perché passano dall’assoluta mancanza di vergogna di dichiarazioni fatte col culo in faccia ad intollerabili menzogne che approfittano dalla memoria cortissima della maggioranza dei miei concittadini.

E concludo segnalando questo interessante post che molto teoricamente potrebbe trovarmi d’accordo ma l’unico motivo è che sembrerebbe l’unica strada percorribile per evitare elezioni. Ma ho sentore che M5S sprecherà un’altra occasione. Ma come dar loro torto?

In questi 20 anni di Berlusconismo il PD ha reiteratamente coperto le malefatte incapace di allestire un’opposizione seria, egoisticamente attaccata ai poteri locali che a macchia di leopardo le consentono di esistere e soprattutto turandosi il naso di fronte ad ogni figura di merda nazionale ed extranazionale a cui il cavaliere ci costringeva. Gli elettori PD sono sostanzialmente onesti e allora perché non hanno mai preteso che lo fossero del tutto anche i loro dirigenti?

sabato 28 settembre 2013

Guido Barilla. Che pasta d’uomo

Certo che il dietro front di Guido Barilla con tanto di video messaggio sottotitolato in inglese ha parecchi risvolti interessanti. Innanzi tutto che pur di non perdere soldi avrebbe chiesto scusa anche di fronte alla reazione di kamikaze islamici minacciosi! E questo è acclarato.

In sintesi questo il fatto: “Io non farei mai uno spot con una famiglia gay, non per mancanza di rispetto agli omosessuali che hanno diritto di fare quello che vogliono, senza disturbare gli altri, ma perchè non la penso come loro e penso che la famiglia a cui ci rivolgiamo noi è comunque una famiglia classica, in cui la donna ha un ruolo fondamentale...". Guido Barilla 25/09/2013

Ma la cosa che mi lascia piuttosto perplesso è l’esagerata reazione! Se dicessi da checca isterica chissà quanti strali mi tirerei dietro…l’ho detto. Reazione della comunità gay mondiale che ha protestato vivamente per il clima di emarginazione, l’omofobia palese, il razzismo pregiudiziale e chi più ne ha più ne metta.

Inizierei dicendo che da industria assolutamente privata –con una storia illustre e lunghissima, esportatrice di pasta ed altri prodotti alimentari in tutto il mondo- saranno sacrosanti cazzi del sig. Barilla decidere e dichiarare con cosa e con chi fare gli spot. Se è per questo il decoro è già duramente messo alla prova dalle famigliole del famigerato ed inesistente “Mulino Bianco”, dai piccolini e dall’immagine del solitario Banderas che ingrassa con le sue merendine e guarda con cupidigia la gallina con cui convive…

Ma quello che mi infastidisce è che, come spesso accade, ogni qual volta viene toccato l’argomento omosessualità gli appartenenti alla categoria debbano esageratamente ostentare i loro diritti ed il loro orgoglio omosessuale e farsi distinguere ad ogni costo evidenziando qualcosa che, stando a quanto loro stessi affermano, è (per loro) assolutamente naturale e normale. Proprio come i “gay village” enormi come quello di Roma, i “gay pride” assolutamente inutili ed il gridare alla mancanza di politically correct ogni volta che si parla di loro. E basta! Credo che i più abbiano ormai capito che non c’è più emarginazione ed esclusione, condanna e persecuzione dell’omosessualità e che come disse Checco Zalone a lo zio…siamo nel 3000…”. Insomma se Barilla avesse detto che non farebbe mai spot con quelli con la pancia o con la gobba la relativa comunità fosse insorta nello stesso modo!

Perché i villaggi ad hoc? Non possono frequentare i locali normalmente? Insomma sono come i negri americani che a loro volta hanno i loro bar, le loro discoteche e che, cascasse il mondo, ancora oggi non fanno un film in cui si veda una coppia mista! Allora chi è che viene escluso o piuttosto mi pare che si auto escludano.

E pure voi, omosessuali di tutto il mondo. Ci sono centinaia di marche di pasta…e proprio la Barilla cercate che non è neanche ‘sto granchè?

Non mi sono mai occupato di argomenti del genere proprio perché sono del tutto indifferente ai gusti sessuali e non ho affatto problemi di omofobia né qualcosa in contrario se qualcuno o qualcuna vogliano vivere una vita (omo)sessuale, ed affettive come conseguenza, diversa dalla norma.

Ma glielo spiegate voi ad un bambino di tre anni uno spot con il mammo ed il babbo o con la mamma e la babba?

PS) giusto qualche giorno fa ho visto per strada due uomini grandicelli baciarsi quando difficilmente si vede una qualsiasi coppia etero farlo tranne rarissimi casi di adolescenti in piena tempesta ormonale…sarà ma per me è ostentazione!

giovedì 19 settembre 2013

San Gennaro facite ‘a grazia

Festa San Gennaro

Sono appena tornato da una breve trasferta lavorativa a Napoli. E come sempre quanto riporto lo faccio con tristezza nei ricordi di quella Napoli che tanto mi piaceva ed amavo quando ci andavo col caro zio Vittorio.

Qualche altra volta su queste pagine ho avuto modo di riportare le impressioni terribili che ricavo nel vedere come mese dopo mese, amministrazione dopo amministrazione, nulla cambi nella china, lenta ed inesorabile, che la città ed i suoi cittadini hanno imboccato: quella di un degrado costante che ha fatto pronunciare ad un mio collega che non era mai stato a Napoli “mi sembra di stare in qualche favelas sudamericana!”.

Ma stavolta l’idea che mi sono fatto è diversa da quella espressa a volte. Fino a poco tempo fa ritenevo che la città fosse formata da una maggioranza di persone per bene in stile “Un posto al sole”, la nota soap di RaiTre che dal 1996 fa credere al resto d’Italia che Napoli sia un posto meraviglioso. E questa maggioranza ostaggio dei cattivi.

Non sono i panni stesi, le macchine contro mano, i sensi unici violati e neanche i vicoli stretti fatiscenti e maleodoranti di un’edilizia improvvisata e arrampicata dal mare verso il Vomero e Camaldoli o Posillipo e paradossalmente non è neanche l’azione del singolo o lo stato di degrado e grigiore inesorabile degli intonaci scrostati ovunque. Ma è l’atmosfera complessiva che si percepisce che mi spingono amaramente a pensare che saranno sì in maggioranza persone per bene che nel loro angolo individualistico sono come tanti ma che tutti insieme formano quella comunità: i napoletani appunto ed il loro modus vivendi.

Durante le pause per il pranzo si chiacchierava del più e del meno con due tecnici che hanno collaborato con me e dal livello culturale decisamente basso e durante queste conversazioni è emerso ad esempio come questo essere napoletano si esprima. Uno di loro ad esempio è passato con classe dall’antico a Napoli non c’è lavoro ad una disquisizione in buona fede su come il napoletano sia specializzato nel fregare il prossimo perché, dato che appunto non c’è lavoro, impera l’arte di arrangiarsi. E queste sono cose che sentiamo da decenni. E l’altro, che evidentemente vive in una bella casetta abusiva alle pendici del Vesuvio che asseriva sicuro che il Vesuvio è morto e che è il governo che dice che è pericoloso perché li vuole mandar via senza cacciare soldi…con buona pace del vulcanologo giapponese e dei suoi avvertimenti recenti (visto che sicuramente Plinio e i calchi di Pompei sono inutili prove).

Domanda retorica. Possibile che in decenni non ci sia stato modo di risollevare Napoli ed i napoletani ad un livello analogo a quello di altre situazioni italiane che (ri)partivano dalla stessa condizione di degrado post bellico? E cito il 1945 tanto per fissare un limite al passato.

Nulla cambia ed anzi sembra quasi che esista una volontà al mantenimento se non al peggioramento. Non stiamo parlando solo delle periferie degradate, della suburra raccontata da Saviano ma anche del centro, compreso il più antico e storico, della zona delle rappresentanze governative della città. Possibile che basti entrare a Napoli ed osservare lo stato delle strade e delle case per sentirsi in un posto strano…sensazione che non si prova in nessun’altra città italiana e che non ho mai provato in nessuna delle tante città europee che ho visto?

E allora la mia conclusione è che esiste davvero questa volontà. Ed è una maggioranza di napoletani che schiaccia quei pochi rassegnati perché questo è l’unico modo per nascondersi dietro un anonima napoletanità e poter continuare a fare i loro interessi primo fra tutti l’interesse a mantenere costante la situazione. Un napoletano fuori Napoli è infatti immediatamente identificabile (un esempio: un pullman di napoletani in gita che si ferma in autogrill).

Oggi a Napoli si festeggia San Gennaro ed in milioni in tutto il mondo (da New York a Sidney)chiederanno le loro piccole grazie, tutte mirate a guadagnare qualcosa di estremamente personale ed individuale a loro esclusivo vantaggio e, volenti o nolenti, fregando qualcun altro. E questa cosa la parodiava il compianto Massimo Troisi nel 1978: trentacinque anni fa.

Che si sciolga o meno quella sostanza tissotropica che gli stolti credono essere sangue non importa, purché sia un coro di San Genna’…facite ‘a grazia!

Il tesoro di San Gennaro (sicuramente arricchito da pesanti donazioni d’origine malavitosa e camorristica) si dice valga più di quello della Corona inglese o degli zar.

Venderlo per fare qualcosa, qualsiasi cosa, no? No, perché nulla deve cambiare e nulla cambierà affinché l’antico adagio sia perpetuato: chiagne e fotte.

Mi è molto piaciuto anche quanto riportato poco fa su “Il post”.

Massimo Troisi e Lello Arena - 1978

mercoledì 11 settembre 2013

Tirocinio Formativo Attivo-La gigantesca presa per il culo

Poco più di un anno fa presagivo in questo post che l’iniziativa nota come Tirocinio Formativo Attivo (TFA) stava assumendo le dimensioni di una colossale presa per il culo. E quindi trasformiamo la domanda in affermazione togliendo il punto interrogativo e togliamo ogni dubbio trasformando l’articolo da indeterminativo a determinativo.

Nel precedente governo l’allora ministro Profumo sembrava avesse individuato correttamente che la strada per accedere all’insegnamento doveva essere quella canonica ed utilizzata in tutto il mondo: un concorso per titoli ed esami ed una corretta programmazione e distribuzione delle risorse docenti e solo a chi sia in possesso del titolo abilitante all’insegnamento.

Accade ora che già da domenica la neo ministra Carrozza di questo attuale governo abbia completamente stravolto le cose sintetizzando con un laconico “Basta concorsi! Dobbiamo dare garanzie a chi già lavora nella scuola” ed il decreto appena varato parla di 69.000 assunzioni nei prossimi 3 anni che in realtà assunzioni non sono: sono infatti regolarizzazioni degli attuali precari. In tutto questo la signora sembra essersi completamente dimenticata dei vincitori del concorso del TFA che alla fine del percorso formativo hanno conseguito abilitazione!

In linea di massima la cosa è condivisibile perché è intollerabile che in Italia esistano migliaia di insegnanti –la cui validità non è qui in discussione- che spesso quarantenni debbano veder confermato il posto di lavoro anno dopo anno. Così come sono condivisibili posizioni quali quelle espresse di recente come sulle pagine di questo blog.

Ma allora perché dare illusioni e speranze a migliaia (più o meno 12.000 in tutta Italia) di neolaureati od anche a professori magari in ruolo per una materia desiderosi di insegnare altro abilitandosi all’uopo.

Mesi di studio e tirocinio e la non indifferente spesa variabile dai 2500 ai 5000 € a seconda dell’Università presso cui si è acceduto dopo aver passato un concorso preselettivo piuttosto duro.

Ecco perché appare ormai palese come oltre il danno la beffa e quindi che di gigantesca presa per il culo si tratta. Fumo negli occhi a migliaia di speranzosi e volenterosi aspiranti docenti che nonostante la situazione degli insegnanti italiani sia la peggiore d’Europa hanno cercato di inserirsi nel blindatissimo mondo della scuola.

Certo i precari vanno in qualche modo sistemati non c’è dubbio ma anziché condannare questi neo abilitati all’insegnamento all’oblio o rimandarli al prossimo turn over da pensionamento (come minimo tra altri 5 anni!) perché non dar loro la possibilità di inserirsi con meccanismi di scorrimento diversi da quelli di cui si discute in queste ore?

Certo che da un governo impegnato da mesi a preoccuparsi di riabilitare Berlusconi c’era da aspettarselo che sugli abilitati veri si facesse una cazzata del genere.