Qualche antefatto qui.
Non dico che sia normale o che debba essere tollerabile ma mi appare abbastanza ridicolo scatenare tutta questa reazione mediatica per, ancora una volta, scoprire l’acqua calda.
Che si scatenino pure le ire dei benpensanti e dei buonisti da circolo parrocchiale ma, personalmente, tutta questa storia delle baby prostitute poco mi convince e lo stesso vale per quel gran parlare di sfruttamento, di schiavitù e di danno psicologico permanente che si fa intorno a certi tipi di prostituzione.
Nabokov e Kubrick ci hanno campato per decenni.
Ed altrettanto poco mi importa che possa esser tacciato di maschilismo della peggior specie perché le mie sono reazioni decisamente fuori tono rispetto al solito perbenismo tutto italiano ed alla solita falsa pruderie che accompagna i discorsi nazional-popolari ogni volta che c’è di mezzo roba sessuale: reazione tipica di un paese indotto alla sessuofobia da secoli di indottrinamento cattolico.
Certamente c’è una grave e seria situazione di prostituzione che deriva da vere e proprie tratte, di induzione in schiavitù e minacce ai familiari delle malcapitate ma c’è anche chi lo fa per scelta. Ha forse subito violenza o ricatto la ragazza che lavora nei FKK tedeschi od austriaci? O quella che espone se stessa in vetrina ad Amsterdam, Norimberga o Bruxelles? Non sono mica le derelitte sfruttate dei bordelli pre legge Merlin.
Lo so: la maggioranza delle donne starà pensando che i miei sono i soliti discorsi…da maschio. Ma vado avanti in direzione ostinata e contraria come cantava De Andrè che cantava e frequentava puttane e bordelli.
So anche che il termine “scelta” avrà scatenato l’ira funesta di tantissime ma aggiungo che ci sono anche tantissime che non ritengono una “scelta” il dover lavare i pavimenti ad 8 euro l’ora se va bene…
Queste ragazze sono, per quel che riguarda almeno i paesi del nord Europa, delle lavoratrici del sesso tutelate e per libera scelta. Ed anche se non tutelate se non da loro stesse ne esistono a migliaia anche da noi. E persino molte di quelle che stanno in strada hanno scelto quella via volontariamente senza costrizione alcuna.
Un esempio di volontarietà? L’invasione di ragazze dai paesi della ex Yugoslavia all’indomani del conflitto balcanico a metà anni ‘90…“meglio prostitute in qualche paese europeo che violentate ed affamate in casa” dicevano. Dove sono ora? A casa loro dopo aver fatto soldi prostituendosi per qualche anno.
E chi pensa ancora che delle migliaia di romene che oggi occupano i marciapiedi delle nostre città sia la maggioranza ad essere schiavizzate? Schiavizzate senza possibilità di reagire e tutte col cellulare in mano, di libero uso, ben vestite e libere di muoversi? La tolleranza espressa dalle limitate, in mezzi ed uomini, forze dell’ordine deriva proprio dal fatto che non c’è sfruttamento e quindi non c’è reato. Possono fermarne qualcuna ogni tanto per far loro un piccolo danno, le tengono in guardina una notte ma il giorno dopo sono di nuovo sul posto di lavoro. Tanto più le romene in quanto cittadine UE.
Ma torniamo al tema. Le povere vittime innocenti del recente caso. Ma qui non stiamo mica parlando dei bambini o delle bambine, o delle ragazze avviate alla prostituzione che da secoli invadono il mercato del sesso mercenario dell’estremo oriente. Qui si tratta di ragazzine di 14 o 15 anni o comunque minorenni per la legge che hanno liberamente scelto di prostituirsi per comprarsi quel che volevano. Anche la cocaina certo. E non è che erano cocainomani prima e per pagarsi la droga hanno iniziato a prostituirsi come molte disgraziate soprattutto negli anni settanta: no, il contrario. Perché sniffare fa parte del modo di essere di quel giro.
14, 15, vuoi anche 16 anni sono piccole si grida scandalizzati! Piccole per cosa? Certamente di limitata esperienza e con la testa di un ragazzino adolescente ma ci si dimentica come a metà degli anni ‘70 in Italia si raggiunse il limite anagrafico più basso degli ultimi decenni di età a cui le ragazze facevano sesso completo per la prima volta: intorno ai 15 anni. E tantissime adolescenti di questi anni bui a 15 anni hanno già fatto di tutto con coetanei o quasi.
Chi grida allo scandalo dovrebbe iniziare a rivedere un po’ lo schema mentale perché ci sono migliaia di ragazzine che in Internet ti fanno vedere una tetta in cambio di una ricarica e per molte, e molti, da cosa nasce cosa. E c’è domanda perché c’è offerta, non il contrario. Queste non sono le disgraziate figlie di altrettanto madri degeneri che sono avviate alla prostituzione, che sono vendute dai genitori o che sono affidate alle mani di qualche criminale che le inizia ancor bimbe trascinandole in un vortice di degrado senza fine apparente.
Fermatevi davanti ad una scuola superiore od anche davanti ad una scuola media a volte. Ed osservate determinati atteggiamenti che potrebbero facilmente trasformarsi in tendenze che facilmente potrebbero sfociare in prostituzione.
Queste sono normali studentesse che si sono prostituite per avidità, che hanno usato i loro corpi per ottenere in cambio quanto loro interessava. Non è forse quello che fanno decine o centinaia di aspiranti soubrettine ogni anno in ogni angolo del pianeta? Non è forse quello che facevano le olgettine od il circo di ballerine che circonda qualsiasi potente? Chi pensa che la famosa Ruby fosse l’unica minorenne di quel genere? Non mi sembra che la Ruby abbia poi avuto atteggiamenti da persona colpita da malessere sociale.
Dopo tutto quanto rumore per un caso che, anche se non così isolato rappresenta sempre il caso di due puttanelle come direbbero le nonne che per avere l’ultimo telefonino o le scarpe di moda non badano … a spese e con la connivenza della madre esecrabile ma non più di quella delle madri che spingono le figlie, spesso fin da piccolissime, a mostrare il lato B laddove spesso dal mostrare si passa al dare.
Non vedo differenza, presenza di reato a parte, con l’atteggiamento di ostentazione sessuale che hanno la maggioranza delle frequentatrici dei salotti televisivi.
E quindi queste qui sono solo un paio delle migliaia di lolite che scelgono di prostituirsi.