domenica 7 giugno 2015

Appendice razionale–sull’ateismo derivato.

 

topicAppena un paio di giorni fa, in questo post, evidenziavo quelle che sono le conseguenze più importanti, in termini sociologici e psicologici, che derivano dall’accettazione della spiegazione darwinista, ed ovviamente delle sue successive rielaborazioni moderne corroborate e sostenute da una mole di dati sperimentali e di evidenze empiriche.

Al tempo stesso anticipavo brevemente il mio punto di vista:

(…) tutto questo, nella mia visione della vita che comunque deve attribuirle un senso umano, il vivere stesso, la rende ancora più degna di rispetto e rafforza il concetto che va compiuta meritatamente ad un’etica kantiana: “il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me”.

O, in altre parole, che la visione del mondo filtrata attraverso il mio pensiero non è priva di un senso di rispetto profondo e di incolmabile stupore nei confronti della vita stessa, della realtà delle cose, terribilmente più complessa di ciò che appare, dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande passando attraverso questo flash cosmico che chiamiamo Terra.

Il fatto di non credere che alcun dio stia ad ascoltarmi e di vivere la mia vita pressoché certo(*) che non esista affatto non mi impedisce di guardare al mare o ad una montagna con un canto di gioia silenzioso che ringrazi il mondo per la sua bellezza. Non trovo nessuna contraddizione fra rifiutare l’irrazionalismo ed ascoltare la voce degli alberi, dialogare con loro, poggiare le mani sui loro tronchi e sentirne il fluire della loro forza verso il palmo delle mie mani. Gli alberi non hanno un’anima. Né più, né meno, ne sono certo, di quanto non abbia anima l’amico con cui mi confido, ma questo non mi impedisce di chiacchierare con lui così come non mi impedisce di ascoltare la voce di una montagna che mi racconta il suo divenire, né di gioire profondamente di entrambi questi scambi e, non ultimo, né di mettere tutto me stesso per cercare di lenire il dolore dell’amico che soffre così come nutrire un gatto randagio.

Non c’è bisogno di alcun dio per percepire la sacralità della vita e del mondo. Non abbiamo bisogno di garanti esterni per accorgerci che abbiamo valori e possiamo arrivare fino a morire per difenderli. Se scopriamo che il motivo della nostra generosità, del nostro amore per gli altri, lo si può trovare nelle pieghe dell’evoluzione (come fatto appunto nel post già citato) della nostra specie, non per questo ameremo meno i nostri figli od i nostri simili. Se la bellezza ed il mistero delle cose ci lasciano senza fiato, resteremo senza fiato, emozionati ed in silenzio.

tumblr_nlib2f3A461rxar5ho1_1280Bastano 100 microgrammi di LSD per permetterci di percepire il mondo, la sua realtà, in modo completamente diverso. Non più o meno vero: diverso. Il nostro sapere è di gran lunga troppo poco per non accettare di vivere immersi nel mistero proprio come Socrate quando affermava “so di non sapere”.

 

 

Proprio perché esiste il mistero ed è così grande, non possiamo fidarci di chi dichiara se stesso il depositario delle chiavi di tale mistero. E questo è proprio quando pretende la religione e soprattutto quanto pretendono in assoluto i monoteismi e con esse le tre grandi religioni monoteiste.

E non cado nel tranello di chi cerca di attribuire egoismo all’individualità razionale: è questa una tentazione irrazionalista, così di moda oggi insieme all’antiscientismo dilagante, che crea solo confusione. Questi pretenderebbero che essere razionali sia sinonimo di comportamenti sociali ingenerosi e, falsando la prospettiva, si cerca di attribuire ad un comportamento razionale egoismo. Perché mai un comportamento razionale dovrebbe essere più egoista di uno irrazionale?

La ricerca di soddisfazione di bisogni personali, ad iniziare dai meccanismi che sono alla base della trasmissione dei caratteri ereditari (ricordo ancora una volta Richard Dawkins e la sua splendida teoria de “Il gene egoista”)  sono iscritti nel nostro patrimonio genetico, ma lo sono egualmente la nostra generosità ed il nostro comportamento sociale. Assumere che le motivazioni primarie dell’uomo siano solo egoistiche ed antagoniste agli altri uomini non è razionale: è miope alla complessità dell’umano.

Dal lato opposto la spinta irrazionale non brilla certo in generosità: fu puro irrazionalismo, espressione di quello spirito «dell’interezza e della comunità» che oggi molti vorrebbero mettere a difesa della civiltà, quello che nutrì la risplendente ascesa dell’ideologia nazista nella Germania degli anni Trenta che non brillo certo per generosità; fu per un onesto desiderio di salvare le loro anime che furono bruciate come streghe migliaia di donne europee; fu per spirito di identità religiosa che cristiani e musulmani si sono, e si stanno tuttora, massacrati senza quartiere.

Preferisco l’incertezza ed accettare di andare verso l’incertezza ha permesso all’umanità di costruire il mondo nel quale stiamo vivendo. Insegna più sul mondo l’incertezza, più seria, più onesta, più bella, di quanto facciano messi tutti insieme gli irrazionalismi religiosi che pretendono, ognuno a suo modo, d’essere i depositari della verità assoluta.

Alla faccia del principio antropico(**)!

 

(*) in una scala da 1 a 7, dove 1 è il teista certo e 7 l’ateo certo sono per motivi logici a 6. Non ho prove scientifiche della non esistenza così come non ne ha chi sta ad 1, ma vivo come se ne avessi. Ovviamente il 4 rappresenta l’agnosticismo.

(**) altro argomento meraviglioso che mi piacerebbe riuscire a trattare anche sue queste pagine.

Nessun commento:

Posta un commento

L'Amministratore del blog rimuoverà a suo insindacabile giudizio ogni commento ritenuto inadeguato od inappropriato.