sabato 13 dicembre 2008

Autovelox, ricorsi e giudici di pace

Voglio soltanto portare un piccolo contributo personale, un'esperienza diretta; e soprattutto perché sulla rete ci sono tante parole, tante voci di corridoio ma nessun dato concreto. Gli unici che dicono di saperla lunga sono quelle migliaia di siti che, a pagamento, garantiscono vittoria certa, non arrendendosi neanche di fronte all'evidenza.

In questa pagina vorrei invece portare una voce contraria: fare i ricorsi al Giudice di Pace (e meno che mai al prefetto!!!) non serve assolutamente a nulla, fuorché a perdere tempo. Quindi se avete preso una multa, che la riteniate arbitraria o che sia oggettivamente ingiusta, lasciate perdere il ricorso.

Anticipando le conclusioni ed i consigli posso dire: pagate e basta, finché avrete punti sulla patente. Poi pagate ancora per fare i corsi di recupero e riprendere i punti. Tanto in Italia basta pagare. O se avete tanti soldi non comunicate gli estremi e pagate altri 250 €, 50€ a punto, e non ve li tolgono. Basta pagare appunto.

E ora i fatti. Tempo fa m'ero opposto con un ricorso al GdP per una arbitraria multa presa con un autovelox mobile imboscato dietro una galleria. Ed effettuata da alcuni vigili urbani di un microscopico comune di montagna che accampa diritti su un microscopico tratto di strada statale di montagna. Ricordo che non ha importanza qui che il sottoscritto abbia o meno ragione. E' quanto accaduto che ha i connotati di una sonora presa per il culo del tutto italiana.

Ebbene ieri mi sono presentato all'udienza in quel di Montorio al Vomano (TE) dove ho scoperto che:


1. Il GdP nulla di quanto scritto nel ricorso aveva letto, ma proprio nulla, neanche un rigo!!! Ergo, o è un mostro d'intelligenza analitico-legale o sta lì a far presenza sapendo in partenza che vi condannerà.
2. Mi ha chiesto di esporre a parole le mie richieste, figuratevi, condensare 30 pagine di ricorso in due minuti a disposizione.
2. Alla giovane sostituta dell'avvocato rappresentante il comune non ha chiesto neanche di mostrargli la delega.
3. Il fatto che i vigili non mi hanno mandato la documentazione richiesta (certificati, foto, ecc) non conta una mazza. E' bastato dare un'occhiata alle fotocopie che l'avvocatessa ha presentato lì per lì
4. Non ha assolutamente senso presentarsi da soli, occorrerebbe sempre essere rappresentati da un legale! Da soli non si è proprio considerati.
5. Le decisioni di altri GpP contano come il due di bastoni quando regna denari. 'Na mazza (anzi due). Non fanno giurisprudenza. Quindi se altri 50 GdP vi danno ragione (sulla carta ovviamente) il GdP della vostra causa lui può darvi torto.

Qualcuno osserverà che i giudici non leggono mai gli atti, neanche quelli grossi ma questo non ha letto neanche la memoria introduttiva, né la prima pagina riassuntiva...nada de nada...ergo parola mia (uno str***o qualsiasi) contro parola di avvocato/comune...ma per favore!

Il bello che è che chiedono tre copie di tutto! Saranno carenti in carta igienica!!!

Amara consolazione è che al comune i soldi che gli darò io non basteranno a compensare le spese legali che ha sostenuto.

mercoledì 1 ottobre 2008

Parole e profezie. Come sarà la scuola.

 

Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina.
L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto:
- rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni.
- attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette.
- dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico!
Quest’ultimo è il metodo più pericoloso. La fase più pericolosa di tutta l’operazione […]. Questo dunque è il punto, è il punto più pericoloso del metodo. Denaro di tutti i cittadini, di tutti i contribuenti, di tutti i credenti nelle diverse religioni, di tutti gli appartenenti ai diversi partiti, che invece viene destinato ad alimentare le scuole di una sola religione, di una sola setta, di un solo partito.

Era Piero Calamandrei. Era il 1950.

Erano parole. O -più precisamente- era una profezia.

lunedì 22 settembre 2008

Ignoranti

Un paio di giorni fa il mio amico e compagno di scorribande motociclistiche Barnaba ha mi ha dato la notizia che aveva passato entrambi i test di ammissione ad Architettura (anch'essa oramai a numero chiuso...) dando inizio al suo sogno: diventare architetto...a 45 anni! (se tutto va bene avrà quell'età quando prenderà la laurea! )

Ma il punto non è questo pur complimentandomi vivamente con lui.

Mi diceva di come fosse arrivato esageratamente terzo su 400 studenti freschi di diploma, e addirittura primo su 200 al secondo test; senza essersi particolarmente preparato fidando soltanto sul suo livello culturale generale, sulla memoria ed ovviamente l'intelligenza. Nozioni generali di tutto un po', qualche cosa di matematica, logica, chimica, scienze naturali e via così.

Questa, secondo me, è un ulteriore conferma che la qualità degli studi e di quanto resta nel bagaglio di ognuno si va via via assottigliando fino ad annullarsi completamente: dati concreti e reali riferiscono di come in Italia - rabbrividite - oltre il 60% degli studenti di liceo non sanno spiegare perché il dì segue la notte, non sanno che è perché la Terra ruota su se stessa esponendo alla luce del sole via via zone diverse. Figuriamoci se si chiede loro del perché delle stagioni

Per non parlare di quel terribile 35% di analfabeti funzionali di ritorno (De Mauro) che sanno sì leggere e scrivere, o per lo meno sanno distinguere i segni neri dal bianco del foglio ma non capiscono un accidente di quel che leggono e non sono in grado di fare una paginetta di pensierini su un qualunque episodio della loro giornata. E c'è ancora qualcuno che si chiede perché è così votato...

E per restare in tema di architetti ed ignoranza posso capire come qualcuno abbia disegnato cose del genere...altro che la teca dell'Ara Pacis di Roma.

PS) in una delle mie esperienze di membro esterno di scienze agli esami di maturità questa ve la racconto. Quando chiesi ad un maturando di parlarmi dei moti della Terra giunto alla rotazione ebbi la sensazione stesse parlando dell'asse terrestre con una convinzione tale da farmi sospettare che pensasse che questi esistesse davvero. Al che scherzando gli chiesi: "Ah sì? E quanto sporge l'asse dai poli?". Confuso e balbettante mi rispose con convinzione: "Non ricordo bene, ma circa 10 metri!"

giovedì 11 settembre 2008

Il buco nero e la fine del mondo

Ma non dovevamo esser tutti assorbiti in un enorme buco nero?

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Oggi sono partiti (con successo) i primi test di accelerazione nel Large Hadron Collider al CERN di Ginevra e siamo ancora tutti qui e statene certi, ci saremo ancora anche nei prossimi giorni.

A volte mi sembra di essere ancora nel medio evo. Gente che si sciacqua la bocca con paroloni di cui non sa un accidente, che parla di buchi neri quando l'unico conosciuto è quello usato per le normali necessità fisiologiche. E neanche a dirlo la prima cosa che come minimo viene loro in mente è che sono stati buttati e sprecati 3 miliardi di dollari (tanto è costato). E questo accade sistematicamente ogni volta che quella metà di essere umani razionali contribuiscono con metodo e ricerca scientifica a rendere migliore la vita anche dell'altra metà di irrazionali. I soldi della ricerca scientifica non sono mai soldi sprecati. Ogni innovazione, invenzione, nuova tecnologia viene sempre vista con scetticismo e diffidenza da questa metà di stolti!

Se volete saperne qualcosa divertendovi qui c'è un simpaticissimo video dove alcuni ricercatori che lavorano al CERN hanno composto un rap (in inglese con sottotitoli inglesi) se invece mi leggerete più avanti darò una sommaria descrizione della "macchina" più grande del mondo!

Il Large Hadron Collider (LHC) è uno strumento scientifico gigantesco costruito vicino a Ginevra e localizzato a 100 metri di profondità tra Francia e Svizzera. E' un acceleratore di particelle circolare lungo 27 km usato soprattutto dai fisici per studiare le particelle elementari conosciute, ovvero ciò che sta alla base di qualsiasi cosa: dall'infinitamente piccolo degli atomi e del loro interno all'infinitamente grande come l'Universo.

In questo strumento due fasci di particelle subatomiche chiamate adroni (possono anche essere protoni o ioni) viaggiano in direzioni opposte all'interno dell'anello accelerante, guadagnando energia ad ogni giro. I fisici usano il LHC per ricreare le condizioni iniziali dell'Universo al momento del Big Bang (una delle teorie cosmogoniche, la più accreditata tra l'altro e quella maggiormente supportata da prove ed evidenze) facendo scontrare questi fasci di particelle ad altissima energia. Con la collisione si formano altre particelle individuate da apparati speciali ed i risultati vengono esaminati da un team di scienziati e ricercatori sparsi un po' in tutto il mondo.

Ci sono molte teorie che fanno ipotesi diverse su quel che potrebbe essere il risultato di queste collisioni ma comunque vadano le cose gli esperimenti dovrebbero fornire ulteriori informazioni ai fisici sull'origine e la natura della materia. Il modello standard delle particelle elementari ha fornito parecchie risposte finora ma non l'intera storia. Soltanto i dati sperimentali ottenuti da queste collisioni alla più alta energia raggiungibile sulla Terra potranno confermare le conoscenze acquisite o fornire spunti per rivedere modelli e teorie.

Nei 27 km di anello dell'acceleratore LHC ci sono 9300 magneti ed oltre ad essere il più grande acceleratore di particelle del mondo è anche il frigorifero più grande del mondo anche usando soltanto un ottavo del suo sistema criogenico. Tutti i magneti sono preraffreddati a - 193,2 °C (80 °K) usando 10.000 tonnellate di azoto liquido dopo esser stati riempiti con 60 tonnellate di elio liquido per portarli a -271,3 °C (1.9 °K).

I dati registrati da ognuno di questi enormi esperimenti corrispondono a circa 100.000 DVD DL ogni anno e per permettere alle migliaia di scienziati sparsi in tutto il mondo di collaborare all'analisi che si protrarrà per almeno altri 15 anni sono stati predisposti decine di migliaia di computer sparsi in tutto il mondo a creare una distributed computing network (altresì detto "grid -griglia- computing"): qualcosa di simile fu realizzato ad esempio per il progetto di decodifica del genoma umano e prima ancora dal SETI.

Per campionare e registrare le circa 600 milioni di collisioni protoniche al secondo i fisici e gli ingegneri havo costruito dei dispositivi giganteschi che misurano le particelle con precisione infinitesimale. I rivelatori sono in grado di misurare il passaggio di una particella nel tempo con accuratezze che sfiorano il miliardesimo di secondo e nello spazio con precisioni dell'ordine di grandezza del milionesimo di metro, nonostante il famoso principio di Heisemberg.

Il LHC è una macchina contemporaneamente caldissima e freddissima. Quando i due fasci di protoni collidono si generano temperature che sono 100.000 volte maggiori di quelle riscontrate all'interno di una stella come il Sole ma concentrate in uno spazio infinitesimale. Di contro, il sistema di raffreddamento mantiene il tutto a valori prossimi allo zero assoluto (1,9 °K, persino più freddo dello spazio esterno!).

A pieno regime milioni di miliardi di protono correranno lungo l'anello a velocità che saranno pari al 99,99% della velocità della luce, girando più di 11.000 volte al secondo con un'energia massima di 7 TeV (Tera elettronvolt), e quindi 14 TeV al momento della collisione. A dispetto del prefisso T (1000 miliardi) 1 eV è un quantitativo di energia estremamente piccolo ma va rapportato alle dimensioni delle particelle con cui si sta lavorando.

Per evitare collisioni con altre particelle di gas tutto il sistema è mantenuto in un vuoto pressoché assoluto: 10-13 atmosfere! 10 volte meno della pressione sulla Luna!

E la paura medievale? Quella che queste collisioni possano generare un buco nero in grado di inghiottire la Terra e chissà cos'altro! Anche qualora ciò accadesse non durerebbe che qualche milionesimo di secondo ma non accadrà perché vorrebbe dire che la fisica finora ha raccontato un mare di fregnacce, e così non è.

Ciliegina sulla torta: moltissime tecnologie, idee, componenti e lavorazioni industriali che hanno portato alla costruzione del LHC sono italiane, in termini di persone ed industrie!

Lucio Battisti ciao! Dieci anni oggi e ci manchi

Avevo 14 anni quando uscii felice dal negozio delle "Messaggerie Musicali" in via del Corso con lo spartito in sola chiave di violino (allora si trovavano solo quelli) de "I giardini di marzo" di Lucio Battisti e Mogol.

L'avevo ascoltata alla radio un paio di giorni prima e ne ero rimasto incantato. Non conoscevo Battisti o forse sì, non lo ricordo, ma dopo più di un'ora di autobus non appena tornato a casa mi misi subito al pianoforte ed iniziai a suonare; aggiungendo anche l'accompagnamento a quel misero spartito per chitarra.

E scoprii Battisti, le sue emozioni, che ancora oggi mi accompagnano spesso pur non essendo il cantautore italiano da me preferito. Quella sua voce un po' aspra, la sua musica facile da riprodurre, con giri melodici semplici, da parte di chiunque avesse una chitarra ed un po' d'orecchio musicale. E quante volte intorno ad un fuoco d'estate con quella chitarra e noi a cantare le bionde trecce gli occhi azzurri e poi...si certo, perché no!

Vorrei infine soltanto aggiungere che nonostante poco fa abbia usato l'aggettivo "facile" per parlare della sua musica in realtà Lucio fu un innovatore, un inventore, unico ed ancora inarrivato, di musica che era davvero NUOVA per il panorama dell'epoca ed anche successiva. Fu l'unico che scriveva musica indipendentemente dalle parole con le quali non accettava compromessi e che riusciva a creare qualcosa che fosse destinato soprattutto ad essere registrato in sala d'incisione. La gallina coccodè spaventata in mezzo all'aia e non piangere salame dai capelli verderame...sono solo due miseri esempi di quel che Mogol riusciva a fare CON e PER la musica di Lucio.

10 anni fa Lucio Battisti moriva lasciando un vuoto incolmabile

Ed anche se il mio razionalismo fa a pugni con quanto sto per scrivere mi piace pensare che "l'Arcobaleno", scritto da Mogol ed interpretato da Adriano Celentano, sia davvero il testamento spirituale di Lucio Battisti trasmesso al paroliere da una medium come si racconta...

Io son partito poi così d'improvviso
che non ho avuto il tempo di salutare
istante breve ma ancora più breve
se c'è una luce che trafigge il tuo cuore
L'arcobaleno è il mio messaggio d'amore
può darsi un giorno ti riesca a toccare
con i colori si può cancellare
il più avvilente e desolante squallore
Son diventato se il tramonto di sera
e parlo come le foglie d'aprile
e vivrò dentro ad ogni voce sincera
e con gli uccelli vivo il canto sottile
e il mio discorso più bello e più denso
esprime con il silenzio il suo senso
Io quante cose non avevo capito
che sono chiare come stelle cadenti
e devo dirti che è un piacere infinito
portare queste mie valige pesanti
Mi manchi tanto amico caro davvero
e tante cose son rimaste da dire
ascolta sempre e solo musica vera
e cerca sempre se puoi di capire
Son diventato se il tramonto di sera
e parlo come le foglie d'aprile
e vivrò dentro ad ogni voce sincera
e con gli uccelli vivo il canto sottile
e il mio discorso più bello e più denso
esprime con il silenzio il suo senso
Mi manchi tanto amico caro davvero
e tante cose son rimaste da dire
ascolta sempre e solo musica vera
e cerca sempre se puoi di capire
ascolta sempre e solo musica vera
e cerca sempre se puoi di capire

sabato 6 settembre 2008

La maestra unica



Già, maestra, femmina, vista la stragrande maggioranza di gentildonne nel corpo docente, dagli asili alle scuole superiori (all'università no, lì domina ancora la baronia maschilista).

Credo che il caldo, eppure non torrido, dei giorni scorsi, abbia dato alla testa alla neo ministra della Pubblica Istruzione, oppure la spiegazione va trovata nella solitudine dei corridoi ministeriali post ferragosto? Fatto sta che dal palazzone di viale Trastevere la proposta da attuarsi quanto prima è venuta fuori.

Tralasciamo, per ora, le migliaia di insegnanti che perderebbero il posto, da riciclare in chissà quali sedi e competenze (ricordate la riforma che una quindicina d'anni fa costrinse a riciclarsi sul sostegno o chissà dove migliaia di insegnanti delle superiori?) ma vogliamo parlare un attimo dei bambini?

I maestri, o maestre che siano, adesso sono anche 4 per classe. Ognuno con un'area specifica di competenze: linguistico-letteraria, scientifica, artistica o altro ancora. Poi ci sono quelli della lingua straniera (tralasciamo il fatto che così com'è insegnata non serve a nulla e non conosco nessun bambino italiano in grado di mettere insieme una semplice frase!).

E' vero che il calo demografico va svuotando le classi ma è anche vero che i bambini d'oggi sono completamente diversi da quel che sono stati un tempo, me compreso, ed una sola persona non ha le competenze né la necessaria forza a sostenere il carico di lavoro e soprattuto le enormi aspettative che i bambini ripongono nei maestri entrando nella scuola elementare.

Lasciamo stare anche il fatto che molto spesso oggi i bambini arrivano alla scuola media che non sanno nemmeno leggere e far di conto (ruolo principe della scuola elementare!) ma ritengo che l'insegnante unico alle elementari sia un ripiombare con un tonfo sordo nel passato profondo degli albori di un'istruzione elementare nazionale e sovranazionale, diversificata soprattutto dalla diversificazione dei rapporti con insegnanti diversi.

E infine, poniamo il caso (frequente) di un bambino a cui quel maestro o quella maestra non vada affatto a genio! Non può neanche consolarsi sperando in un miglior rapporto con gli altri o le altre!!! Se ripenso alla suora della mia III elementare!

mercoledì 3 settembre 2008

La natura NON si ribella


Quante volte ho ascoltato o letto quest'espressione: "...la natura si ribella...". All'uomo e/o al suo operato, alla cosiddeta azione antropica. Ed altrettante volte ho sorriso o sono rimasto amareggiato e perplesso (oltre che leggermente incacchiato) soprattutto quando questo modo di dire viene usato dai mezzi di informazione. Ancora pochi giorni fa in occasione del passaggio dell'uragano Gustav sul TG1 aridanga aromba cojomba con la frase di rito...la natura si ribella...


Ma cosa? Ma quando? Ma dove? Ma come?

Terremoti, uragani, inondazioni, frane, caduta di meteore e chi più ne ha più ne metta sono fenomeni che si ripetono sul nostro pianeta (e chissà quanti milioni di altri) da miliardi di anni. Sono effetti della complessa geodinamica che riguarda la Terra tutta, dai limiti estremi dell'atmosfera al suo nucleo! "Eppur si muove" diceva il grande Galileo Galilei e hai voglia se lo fa!


E si muove in maniera assolutamente indifferente alla presenza di qualsiasi specie animale o vegetale, compresa quella umana! Avete letto bene: la natura (usando qui il termine in maniera generica, alla Marco Aurelio od alla Spinoza per capirci) è assolutamente INDIFFERENTE a qualsiasi altra cosa. Ogni causa un effetto, spiegabile in termini scientifici e senza implicazioni diverse da queste quali, non ultimo, il concetto di ribellione.


Una volta, in una delle mie passate esperienze di membro di commissione di esami di maturità lessi in un tema d'italiano a traccia scientifica "la natura prima o poi si ribellerà ai miliardi (...sic...) di buchi che l'uomo fa alla Terra per estrarre petrolio...". Beh, io avrei bocciato il maturando di liceo scientifico che scrisse una castroneria del genere mentre la collega di lettere si limitò a dire che comunque il tema era sintatticamente corretto...Comunque la tipa portava scienze come seconda materia e lì ebbi la mia vendetta!



venerdì 15 agosto 2008

Il filo online diventa il cappio offline

 

Nota post migrazione (novembre 2011). Visto il seguito di commenti che ha avuto questo post li riporto integralmente così come inseriti su Splinder

In questo mondo parolaio dove a tutti (e non sempre per fortuna, ma questa è un'altra storia e basta cambiare canale) è dato modo di scrivere c'è una cosa che ho casualmente scoperto (una persona che conosco stava per esserne coinvolta) e che sinceramente mi lascia sbigottito da una parte e furioso dall'altra.

Pubblicizzata continuamente su quotidiani, settimanali e mensili, con migliaia di banner diffusi in rete c'è una casa editrice che continuamente (e già qui la cosa la dice lunga) indice concorsi letterari per scrittori emergenti. Chiunque penserebbe che la prassi sia quella nota: si manda lo scritto (dopo essersi tutelato con testimonianze e mezzi informatici che ne si è l'autore primo ed unico) e si aspetta la fatidica risposta.

Macché! In questo caso si deve pagare, e per un/una giovane, spesso giovanissima possibile penna del futuro tirare fuori 2250 € non è cosa facile, direi impossibile. Tanto chiedono!

Il loro messaggio è subdolo e sibillino: inviaci i tuoi scritti anonimi e ti faremo una proposta editoriale. Una proposta oscena direi.

Perché quel denaro?

Per stampare 300 copie, di cui 150 devono essere acquistate dall'autore stesso che autonomamente provvederà a rivendersele a 15 € cadauna con il probabile sistema del porta a porta presso parenti ed amici impietositi (trovarne 150 non è mica facile!). Le rimanenti 150 verranno piazzate dalla casa editrice nelle varie librerie che solo in caso di esaurimento provvederà a stamparne altre. Infine questa sosterrà i costi di pubblicità a mezzo stampa e/o radio e televisione (immagino, radio val cannuccia e il giornalino della scuola elementare!). Ovviamente i diritti d'autore verranno riconosciuti, ovviamente!

Immagino che la commissione giudicatrice delle opere da selezionare abbia ampie vedute :-)

Che amarezza...

E infine, in tutto questo, e le tasse?

Commenti

#1 04 Settembre 2008 - 16:22

eh hai ragione sai. conosco bene il mondo editoriale. se sai scrivere ti pubblicano gratis le editorie serie. purtroppo in italia gente che sa scrivere veramente ce n'è poca, ma sono tanti coloro che hanno sogni nel cassetto e se ne approfittano. è cosi ovunque. e quanto costa realizzare un sogno? 2500 euro.
un bacio Malice

MaliceDuNoir

#2 06 Settembre 2008 - 14:10

hahahaha... che bello trovare qualcuno con cui condividere certe amarezze. Ho scritto un post in merito qualche mese fa e ti dirò di più, ho trascorso un anno ad inviare manoscritti più o meno a chiunque e il filo edizioni è stao il primo a rispondermi, seguito da altromondo editore (molto visibile su internet e che cita testualmente: " inviaci il tuo manoscritto, investiremo su di te"... andrebbe quantomeno multato per falsa dichiarazione), seguito da Gingko edizioni. Ora ti racconto una chicca sull'ultimo citato. Dopo avermi inviato il contratto con cui mi sarei dovuta impegnare a pagare 2500 dindini sonanti, e dopo aver declinato l'offerta, a distanza di 6 mesi mi giunge una lettera in cui la redazione mi avverte che il mio libro non può essere preso in considerazione perchè non consono a nessuna delle loro linee editoriali... non ho ancora smesso di ridere. Fortunatamente, qualcuno di serio ancora esiste e dopo un anno di ricerche l'ho trovato.
salutissimi,
robin

EosDea

#3 06 Settembre 2008 - 15:08

Ho persino trovato a sputtanarli grazie all'iniziativa del blog di Grillo ma evidentemente il capoccione genovese ha molto altro da fare!
Non sapevo degli altri lestofanti. Grazie della segnalazione.

Jedan58

#4 09 Luglio 2009 - 13:25

Io ho pubblicato di recente un libro di poesie con la Casa Editrice Il filo, però ho speso molto meno di quanto da voi indicato (150 copie a 12 euro ciascuna); ho fatto una presentazione in una libreria a Milano (c'era poca gente) e due vicino a dove abito. Finora ho venduto circa 50 copie. Comunque è vero che in giro ci sono offerte editoriali che tanto offerte non sono. Ciao Annita


utente anonimo

#5 17 Luglio 2009 - 18:29

quali case editrici consigliate allora per libri di poesie?

utente anonimo

#6 13 Agosto 2009 - 15:03

Ho pubblicato con Ilfilo un romanzo ( " Un giudice in prima persona") acquistando 150 copie ad € 14 l' una. A parte quelle da dare in omaggio ( di cui non potevo far carico all'editore) in una presentazione curata solo da me ne ho vendute 45. Altre 62 ha venduto una libreria trovata da me. Da parte dell'editore o da Mursia nessuna distribuzione nelle librerie ( e con sole 150 copie che distribuzione vuoi fare?) ma solo postazione su internet con aggravio di € 3 per spese di spedizione.Sto ancora attendendo risposta alla richiesta di rescindere il contratto ( che comunque si risolverà automaticamente a novembre). Per esperienza fatta non posso che condividere i commenti precedenti. F.E.Nirta.

utente anonimo

#7 12 Settembre 2009 - 16:31

Si può scegliere o meno di pubblicare un libro, in base alle proprie tasche ed esigenze. Nessuno obbliga nessuno, prima ci si informa su ciò che si sta compiendo e poi si decide. Accade anche nella vita! Il filoonline è una casa editrice seria, che propone i propri autori, fa "propaganda" non con i giornalini delle scuole elementari. Dietro c'è tutto un lavoro meticoloso di persone che svolgono il proprio mestiere.Purtroppo non tutti sono famosi come la Merini o Camilleri. E un sogno, si sa, costa sacrifici anche economici, è cosi! Da qui la scelta di pubblicare o meno; gli altri non stanno col fucile spianato, il contratto sta sotto i nostri occhi...Se ci va pubblichiamo con quelle clausole, altrimenti fa niente.
Una scrittrice o presunta tale ( si spera...)

utente anonimo

#8 18 Settembre 2009 - 18:21

Accetto ma non condivido. Nel mio romantico immaginario per pubblicare un tempo (e ancora oggi) si mandavano i testi a più editori, con commissioni di critici attenti che decidevano se valeva la pena rischiare la pubblicazione. Con il sistema qui criticato invece si pubblicano i libri con la stessa logica della vendita delle pentole o delle creme a parenti ed amici tra i primi...E siamo al paradosso perché andando in libreria ci si accorge che oggi come oggi "tutti" scrivono e pubblicano un libro investendoci di tasca loro...

utente anonimo

#9 23 Settembre 2009 - 12:54

Io poco fa ho inserito una poesia per l'autore del mese...L'ho vista inserita dopo qualche secondo...Ma ora non c'è più...Dov'è finita???

utente anonimo

#10 23 Dicembre 2009 - 16:30

Buonasera Jedan58,
mi scusi il tono molto diretto ma quando leggo commenti privi di fondamenta come quello che ha scritto non posso non essere diretto nell'esporre le mie idee, visto che come tanti sono alla ricerca di un editore e, allo stesso tempo, cerco di informarmi in modo oggettivo e circostanziato.
Le contesto soprattutto questi punti del suo discorso:
> Pubblicizzata continuamente su quotidiani, settimanali e mensili, con migliaia di banner diffusi in rete...
< b>Anche la Mondadori e tante altre investono molto in pubblicità, stiamo ancora al pauperismo imprescindibile per l'editoria che punta sugli autori emergenti?</b>
> Chiunque penserebbe che la prassi sia quella nota...
< b>Chiunque ragioni con il solo riferimento delle case editrici senza contributo, ma non esistono solo quelle.</b>
> Il loro messaggio è subdolo e sibillino: inviaci i tuoi scritti anonimi e ti faremo una proposta editoriale...
< b>Cosa c'è di subdolo nel dire chiaramente anche sul loro sito che ci potrebbe essere una proposta editoriale? E' un altro modello imprenditoriale, tutto qui.</b>
> questa sosterrà i costi di pubblicità a mezzo stampa e/o radio e televisione (immagino, radio val cannuccia e il giornalino della scuola elementare!)...
< b>Immagina male e non si prende la briga di informarsi come ho fatto io prima di sentenziare. Se le sembra poco fare pubblicità sui quotidiani nazionali come Repubblica e radio o avere 3 trasmissioni letterarie su Sky...</b>
> Ovviamente i diritti d'autore verranno riconosciuti, ovviamente!
< b>Perchè no?</b>
> E infine, in tutto questo, e le tasse?
< b>Ma che c'entra? Le chiacchiere da bar meglio farle durante il derby.</b>
Saluti,
Gaetano Urbani

utente anonimo

#11 23 Dicembre 2009 - 17:36

Accetto e pubblico. Ma non condivido ed insisto. Dopo tutto visto che oggi giorno chiunque si permette di scrivere un libro e farselo pubblicare perché non poterlo fare anche a pagamento? Subirà con certezza quasi matematica la sorte dei vari set di pentole inox o creme di bellezza (come qualcuno ha già scritto) vendute prima (o quasi esclusivamente) a parenti e vicini e forse a qualche estraneo.
Inoltre si tenga conto che all'epoca della pubblicazione di questo post (agosto 2008) la casa editrice in questione non aveva ancora corretto il tiro dei suoi, ribadisco, sibillini ed oscuri messaggi, cosa che ha fatto soltanto dopo la pubblicazione di post come questo.
Infine, frequento moltissimo le grandi librerie e non ho mai visto un solo titolo a firma della casa editrice di cui stiamo scrivendo.
Comunque sia auguri per la sua attività letteraria.


Jedan58

#12 10 Febbraio 2010 - 15:00

Anch'io sono in cerca di pubblicazione per un mio romanzo, ne ho già due su Lulu e presto anche su Boopen e altri ne seguiranno.
Sono incappata anch'io nel signore di cui sopra e su un altro. 2750 euro da una parte, 2000 dall'altra. Grazie no, continuo a cercare.
Comunque, credevo di aver visto il fondo come truffatori con le agenzie per il lavoro, ma c'è chi è peggio...

gattaneilibri

#13 11 Febbraio 2010 - 19:02

Lentamente continuano i commenti negativi, per fortuna. Spero che infine le cosiddette "case editrici" come questa verranno finalmente chiuse!
Grazie a gattaneilibri per il suo contributo

Jedan58

#14 27 Febbraio 2010 - 08:19

Sono la presunta scrittrice del 12 settembre. Capisco la sua amarezza, Jedan 58, però torno qui, a distanza di qualche mese, per aggiornarla sul mio stato. Dalla pubblicazione con la casa editrice ILFilo( settembre 2009), qualche progresso c'è stato. Sto curando delle presentazioni e ad oggi ho venduto quasi 80 copie ( in un solo lancio) delle 150 tot. tranne qualche libro omaggio ( a mie spese, ovviamente). Diciamo che non posso lamentarmi, anzi. Grazie al libretto avrò una prestigiosa recensione sul "Caffè Michelangiolo" di Firenze, ci saranno altre iniziative nella mia provincia che mi coinvolgono ( perché interpellata), sono invitata nelle scuole ed ho avuto l'apprezzamento di persone addette al settore. Ma ancora ho molto da fare, perché ( si spera) vorrei continuare nella promozione finché mi è concesso e senza peccare di presunzione ....
Se quest'avventura meravigliosa dovesse finire, ne conservo un gran ricordo !!
Per quel che riguarda le case editrici, a qualcuno bisogna pur chiedere, quindi perché prendersela solo con il Gruppo Albatros? Anche le altre non sono da meno sui contratti.

utente anonimo

#15 25 Novembre 2011 - 01:42

Concordo in pieno con quanto scritto dal responsabile della casa editrice il Filo-online.
E' ora di finirla, con quest'attacco contro le pubblicazioni a pagamento, il tempo dell'Editoria Romantica è oramai finito, sopratutto in questi tempi di crisi. Non vedo che cosa ci sia di così immorale nel farsi pagare il service editoriale. L'editore, è pur sempre un professionista, e come un'avvocato, o un medico, ha il SACROSANTO DIRITTO, ad essere ricompensato per l'opera che prestata. DEVE FORSE FARE OPERA DI BENEFICENZA? DEVE FORSE ANDARE FALLITO, TANTO PER FARE LO PSEUDO-INTELLETTUALE, MODELLO POST-SCRIBACCHINO? La visione dell'intellettuale-mecenate, propria di quella sinistra-comunista che da anni ha infestato l'editoria, è da considerarsi un retaggio storico-culturale, bella a sentirsi, ma poco realistica nell'attuarsi. Ne ho conosciuti di editori, che hanno fatto di questo credo il loro grido di battaglia, con il risultato di vedersi le banche alla porta, e la sede venduta all'asta per i troppi debiti accumulati con le tipografie, per libri stampati, e mai venduti.
Cara signora, si svegli, l'editoria non è purtroppo un luogo immaginario fatto di salotti dove si discute di Kant o Mann, ma un'impresa fatta di costi e ricavi, e che come tale pretende di essere gestita. Viviamo in Italia, una nazione che investe poco e niente in cultura e per la cultura, non in nazioni come la Francia, l'Olanda o il Belgio, dove chi intende iniziare l'attività di editore, viene finanziato ed aiutato. E' facile commenatare dall'esterno, senza conoscere quelli che sono i costi di produzione di un libro. E' altrettanto facile, mettersi sulla tastiera di un pc, e iniziare ad inveire contro chi si guadagna il pane giornaliero, cercando autori che possano essere pubblicabili. Le dico questo non al fine di sollevare inutili polemiche, ma con il solo scopo di spiegare le ragioni di chi fà purtroppo il mestiere dell'editore in questi tempi così bui.

utente anonimo

#16 25 Novembre 2011 - 10:13

Innanzi tutto va precisato che qui non è mai intervenuto nessun responsabile della casa editrice citata e quindi non vedo a chi si riferisca il nostro anonimo commentatore.
E smettiamola di dire fregnacce. Non è forse il caso di dire invece che oggi troppi vogliono scrivere e pretendono di veder pubblicato su carta con un bel ritorno economico i loro scritti? Anch'io scrivo, su queste pagine, ma lo faccio gratis e come tutti coloro i quali tengono un diario, scrivo più per me stesso che per gli altri.
Ed è su questa spinta che le aziende quali quelle rappresentate da nostro commentatore anonimo lucrano sfilando soldi a quei quattro sfigati che si sono improvvisati scrittori professionisti. Per non parlare dei poeti. La rete è piena di poesie. Sono tutti diventati improvvisamente novelli Neruda.
Vorrei proprio vedere se una qualsiasi casa editrice si sognerebbe mai di chiedere soldi ad un qualsiasi imbecille che provenendo dal tubo catodico si improvvisa scrittore. E ce ne sono almeno una dozzina che mi vengono in mente adesso. Le librerie hanno gli scaffali delle novità piene di scritti di tizio e di caio che passandoci davanti ogni volta mi fanno esclamare "e adesso pure questo/a scrive?"...
Ed ecco che casca l'asino quando il nostro commentatore riporta i casi di paesi europei dove l'editore viene finanziato...ecco appunto, tutti froci col culo degli altri. E quindi in Italia, unico paese dove esiste il fenomeno del paga che ti stampo, non essendoci finanziamento i soldi vengono chiesti ai presunti autori.
Preferisco sapere che il libro che ho comprato e letto è nato dalla scelta di un comitato editoriale e non dal frutto di una transazione economica do ut des in tutto e per tutto assimilabile al meretricio.
Ci sono in giro dei potenziali Dumas? Chissene frega. Tanto nessuno potrà aver mai rimpianto di non aver letto quanto non sarebbe mai stato pubblicato.

Jedan58

#17 26 Novembre 2011 - 04:54

Noto con dispiacere che lei continua a non capire ( o forse non vuole capire), il fatto che il vero problema dell'editoria al giorno d'oggi, non è dato tanto dalla richiesta minima per il print on demand ( i più chiedono al massimo 600/700 euro), ma altresì dal fatto che in Italia non si legge, e non i romanzetti scritti, sempre come dice lei, dallo scrittore analfabeta, ma fior fior di libri divenuti classici già da qualche decennio. La caccia alle streghe contro gli editori a pagamento, sarà comunque destinata a finire, dato e visto che il futuro dell'editoria è sempre più orientato verso il print on demand. Mi faccia dire un'ultima cosa; sempre per citare una sua frase, il frocio con il culo degli altri, lo fanno non gli editori a pagamento, ma piuttosto le cosidette agenzie letterarie puriste, che operano per case editrici finanziate dal partito (per lo più comunista o di sinistra).
E' facile fare lo pseudo-intellettuale, quando hai le coop rosse che ti passano lo stipendio a fine mese. Anche se hai segnalato, qualche mezza cartuccia, che comunque non venderà più di 200 copie.

27 novembre 2011 - 1630

A prescidendere dal suo anonimato ora ho capito. Lei è uno dei tanti che vede i comunisti dappertutto, prova ne sia la citazione delle agenzie letterarie, comuniste e ovviamente populiste. Mi risulta che da quelle parti un tempo pubblicare era cosa ben ardua
In Italia non si legge e questo è il problema? In Italia non si è MAI letto. Non è che l'eccesso di pubblicazioni abbia incrementato la disaffezione. Print più o meno on demand la disaffezione e la disattenzione dell'italiano medio nei riguardi della parola scritta e stampata è sempre stata enorme.
Il post è chiuso. I commenti anche. tanto chiude anche Splinder

Jedan58