lunedì 13 aprile 2009

Passione e resurrezione

Da non credente ma comunque nato in paese intriso di millenaria cultura cristiana è facile per me giocare con i vangeli e trarne umanissimi insegnamenti. C'è stata la passione, il tormento, ma già nell'aria si vede che non ci sarà resurrezione ma solo ancora una volta rassegnazione.

Molto facile fare retorica in certe occasioni e mi rendo conto che quanto scriverò è esso stesso facile preda di quel certo genere di qualunquismo che nulla ha a che fare con appunto con la vera retorica, quella di Aristotele. Ma come disse non ricordo chi sono troppo vecchio per queste stronzate ed invecchiando divento sempre meno tollerante a certi fenomeni sociali e pur rendendomi conto di sfiorare la misantropia non posso fare a meno di reagire.

Isolato? Solo? Poco importa. Non era forse De Andrè a dire che lasolitudine come scelta è la condizione migliore per capirsi e capire?

Una settimana è passata e già si avvertono nell'aria i segni dell'oblio in quegli stessi media che ci hanno bombardato in quel crescendo di attrazione Poltergeist che l'orrore ed il grottesco hanno sempre avuto sull'essere umano (come il grande ed eclettico Edgar Allan Poe aveva ben intuito oltre due secoli fa) a cominciare dal lontanissimo infinito tormento di Alfredino Rampi.

Con lo scempio vomitevole di coloro i quali si permettono persino osservazioni del genere da far chiedere ai più ragionevoli che forse s'è confuso "Scherzi a parte" col TG1: e mi riferisco a questo. Si inizia a dimenticare, a dettagliare, a portare ottiche e microfoni al più verso minuterie di piccoli enormi drammi individuali dimenticando l'enorme tragedia regionale, nazionale. Ignorando che fortuna volle il caso facesse tremare quelle terre molto sì, ma non moltissimo.

La serie B ha avuto la decenza di non giocare ma si sa, è cosa facile. La serie A ha giocato lo stesso, troppi soldi in gioco. Le mattine in famiglia sono andate avanti e come chicca hanno regalato un'ospitata inascoltata al presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, De Paola, che ha snocciolato ancora una volta...retorica! Le solite cose ma tanto chi li sente a quell'ora quelli se non le massaie sfaccendate o gli anziani annoiati ed impigriti chiusi in casa.

E questo, lasciatemi citare volentieri "senza considerare altri tipi di sciacalli.
Quelli che vanno lì a fare la passerella davanti alle telecamere.
Quelli che pretendono di giustificare le ronde con l’emergenza terremoto.
Quelli del TG1 che vanno orgogliosi dello share fatto con lo speciale dell’altra sera.
Quelli che chiedono la cancellazione della burocrazia per poter ricostruire velocemente e in barba a tutte le leggi.
Quelli che aspettano i grandi appalti per potersi arricchire.
I ladri d’appartamento almeno rischiano in prima persona."

E non basta dire che stavolta la macchina dei soccorsi (quanto detesto questa definizione!) si è mossa in maniera egregia, che ogni cosa è al suo posto. Un edificio su tre a l'Aquila è inagibile e l'incredibile abnegazione di tutti gli operatori coinvolti nel soccorso e nel sussidio non deve servire da dito dietro il quale nascondersi a giustificare l'oblio e la mancanza di provvedimenti seri!

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