Una vecchia citazione (parecchio antica pare) recita "chi sa fa, chi non sa fare insegna, chi non sa nemmeno insegnare dirige e chi non sa neanche dirigere fa il politico" e via discorrendo. A prescindere dalla falsità intrinseca alla citazione che vorrebbe mettere in proporzione diretta incompetenza ed ascesa nella scala sociale (o lavorativa, o entrambe) -come dite? è invece vero? - ciò riporta immediatamente in tema quanto ho appena ascoltato e letto.
Pochi giorni fa riflettevo guarda caso sullo scempio delle nostre Università e sulla totale incompetenza di chi decide e dirige sulla scuola in genere ed ecco freschissimo l'annuncio che da domani si cambiano le regole di accesso all'insegnamento: frutto soprattutto dell'agostano lavoro della commissione di Giorgio Israel (lascio ai miei lettori capire da soli che tipo sia rimandandoli al suo blog). Che questo agosto sia stato particolarmente caldo, con afa opprimente, ce ne siamo accorti tutti ma gli effetti si saranno particolarmente sentiti anche nei corridoi del MIUR in Viale Trastevere a Roma.
Riassumo come entreranno nella scuola i prossimi insegnanti: laurea magistrale apposita, a cui si accederà con un altro esame di ammissione ad un numero chiuso deciso in base alle esigenze d'organico (???), un anno di tirocinio formativo mirato non già a ripetere quanto già studiato (vedi le SSIS) ma soprattutto a laboratorio, metodologia didattica e, che te lo dico a fare, nuove tecnologie e più inglese! (ah! le care vecchie '3i' del primo governo Berlusconi che tornano!!!).
Forse pochi ricorderanno la mia diretta esperienza di insegnante di liceo se pur di breve entità (circa 8 anni) direi intesa vista l'allora mia giovanissima età (ho iniziato appena 25enne, un anno dopo la mia laurea) ma posso contare comunque sulle testimonianze dirette di mia moglie, insegnante da 26 anni, di mio cognato, da oltre 30 anni, di un carissimo zio e dai racconti e dalle testimonianze dello scomparso carissimo suocero, con oltre 40 anni di carriera! Insomma, direi che ne mastico un pochino e non entrerò comunque nel merito della riforma alla quale, al più, farò in coda alcune osservazioni pratiche.
In definitiva di che si tratta? Del riciclo in altra forma del famoso anno di straordinariato: in pratica al momento dell'immissione in ruolo ogni insegnante sottostava ad un anno "di prova/formazione" sotto il vigile (ehm...) occhio di un tutor ed alla fine del quale poteva sentirsi definitivamente assunto dallo stato! Vien da sé che si tratta di una pura formalità sia per la svogliatezza dei tutor (che hanno ben altro da fare ed al massimo si limitano a dare suggerimenti d'ordine pratico e non metodologico, didattico e men che mai pedagogico!)
Insegnare ad insegnare. Chi? Come?
Che l'esperienza delle SSIS sia stata fallimentare (costosissime ed inutili) è certo ma pretendere di prendere il meglio da queste per varare questo nuovo metodo d'ingresso è tragicomico.
Come si fa insegnare ad insegnare e soprattutto come si fa ad imparare ad insegnare? Certo docenti non si nasce, si deve avere passione ed una particolare predisposizione a trasmettere conoscenza, a suscitare interesse anche qualora si parlasse di argomenti banali, quasi come i potentissimi oratori maestri d'eloquenza -sto ironizzando ovvio- della antica civiltà romana. Ma senza arrivare a ciò è anche possibile che insegnanti ci si diventi soprattutto con la praticaccia e l'esperienza e, ahimé, tutor o non tutor, corsi o non corsi, ci saranno sempre dei pessimi insegnanti! E degli ottimi e validissimi ovviamente...nonostante gli stipendi miserabili...ovviamente!
Le considerazioni d'ordine pratico: chi stabilirà le esigenze d'organico che apriranno la strada dell'anno di tirocinio ai possibili insegnanti e che dovranno sostenere l'ennesima prova? In base a quale criterio verranno selezionati i docenti dei...docenti? Chi controllerà i controllori insomma? E i precari che ogni anno da decenni affollano in questo periodo le stanze dei provveditorati in attesa della agognata supplenza annuale? Ce ne sono in questo stato anche di ultra quarantenni che da un paio di decenni vanno avanti così. Più tirocinio di questo!!! Si dovranno pur "sistemare" o li mandiamo tutti a casa facendoli scavalcare dallo studente neolaureato che ha fatto il tirocinio? Volete la guerra?
Se tanto mi da' tanto i primi insegnanti che potrebbero entrare nel mondo della scuola a seguito dell'attuale proposta lo faranno nel 2028...e nel frattempo chissà quante altre Gelmini ci toccheranno!
Meno male che qui a Roma ci pensa già il vernacolo a fare una gran confusione tra imparare ed insegnare..."e mo' chi m'o 'mpara?"