mercoledì 10 novembre 2010

Irrimediabilmente fatti per la dittatura

clip_image001Diceva di noi italiani il grande Ennio Flaiano nei lontanissimi anni '70. Ed a questo pensavo passeggiando giorni fa per le strade della mia città complice un recente documentario su di lui andato in onda su Rai Storia qualche settimana fa. O più sinceramente forse complice il clima preelettorale che si respira da diversi mesi a questa parte.
Con lo sguardo assente di chi cammina pensando a chissà cosa non ho potuto però fare a meno di osservare con maggior attenzione le transenne regolarmente dipinte di bianco e di rosso che spessissimo si osservano strategicamente posizionate lungo le nostre strade.
Ora, mi dicevo ricordando anche quanto vissuto recentemente e riportato proprio su queste pagine, ad un tedesco (e non solo) non verrebbe mai in mente di parcheggiare sulle strisce pedonali, men che mai di occupare con un numero di ruote variabile da 1 a 4 un marciapiede, un angolo, un passaggio, magari l'unico. Ma non perché intimoriti da chissà che tipo di sanzione: semplicemente perché sanno autodisciplinarsi con delle regole elementari che molto semplicemente poggiano sul rispetto. E credo proprio non serva aggiungere nulla.

E invece cosa accade?

Che cittadini, negozianti e clip_image002condomini vari devono autotassarsi ed a spese loro installare queste barriere ad evitare di dover fare più del dovuto lo slalom tra le lamiere.

Osservate ad esempio nella prima e nell'ultima immagine: i proprietari di quei negozi dove sono stati costretti a posizionare le barriere ad evitare di trovarsi auto parcheggiate sulle vetrine!

Accade quindi che qualcuno o qualcosa debba imporci la regola obbligandoci al rispetto per legge e non per coscienza.

E da questo piccolissimo esempio il sottoscritto ha tratto tantissime altre conclusioni amare...

 

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