lunedì 22 luglio 2013

Quale dio?

E’ morta oggi una carissima amica di mia moglie, appena un paio d’anni più di noi. Mamma di una compagna delle elementari e delle medie della mia secondogenita che allora quasi tutti i giorni accompagnavo a scuola insieme alla mia.

Tumore. L’ennesimo. Già anni fa aveva avuto un tumore tiroideo superato grazie a lunghe e complesse cure ma un anno fa un altro aveva colpito la zona della laringe e la lingua.

Da quasi un anno ricoverata al Fatebenefratelli di Roma in una stanzetta priva di qualsiasi conforto, un carcere. Tre operazioni subite. Immobile in un letto o quasi. Un buco in gola a far passare una sonda. Con alcuni tessuti asportati per far cicatrizzare altri. Senza possibilità di parlare. Nutrita dall’amore e dalla pazienza delle sue due figlie e del marito che quotidianamente preparavano i centrifugati ed i frullati per nutrirla giacché nei nostri ospedali il livello di assistenza è tale che se non ci fossero i parenti per qualsiasi esigenza potresti anche morire di fame…ma questa è un’altra storia, altrettanto maledetta.

Ogni volta che mia moglie tornava dopo esser stata a trovarla riportava della grandissima forza d’animo di questa donna animata da una fede profonda che osava scherzare per sms e preoccuparsi degli acciacchi della sua amica.

E improvvisamente almeno per chi le stava intorno qualche giorno fa dopo qualche colpo di tosse che le ha fatto espellere sangue a fiotti l’hanno messa in coma farmacologico durato per fortuna poco.

Ma io ogni volta non potevo fare a meno di pensare a lei ed a quanto le girava intorno come una sorta di accanimento terapeutico ad alimentare le aspettative dietro il paravento della speranza che come noto è l’ultima a morire. Ma non è su questo che rifletto di più. Emblematiche le parole di sollievo della figlia più piccola a veder finalmente cessare le sofferenze della donna.

Non so quale strana associazione di idee mi ha fatto pensare a quella specie particolare di vespa che inietta delle neurotossine micidiali nel corpo di altri insetti più grandi per trascinarli paralizzati nella propria tana e una volta lì depone le uova dentro il corpo di questo ospite. E le larve vi crescono dentro mangiandoselo vivo.

Quale dio è così maldisposto da architettare una cosa del genere. Quale dio consentirebbe che nascano bambini affetti da terribili malattie e destinati ad una non vita od a morte certa entro breve tempo. E potrei continuare a lungo.

E questo episodio che ha turbato la nostra piccola cerchia di conoscenze ed i nostri affetti con quale dio lo spiegherebbero coloro che credono o coloro che in dio hanno confidato e riposto speranze? Quale dio lascia che qualcuno abbia speranze per così lungo tempo per poi negarla con la morte che forse era annunciata da tempo?

Ed il contrappasso delle persone distratte, poco osservanti od addirittura autodefinentesi non credenti che di fronte ad un grande lutto, ad una grande tragedia familiare subiscono delle conversioni profonde proprio come quei vecchi di cui cantava Baglioni che “tornano in chiesa, lasciano fuori bestemmie e fanno pace con dio…

Ma quale dio? Nessun dio.

Appunto.

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