venerdì 13 aprile 2012

Dai una smossa alla tua carriera

I siti di ricerca personale e la profilazione automatica che capita di leggere con continui messaggi pubblicitari sulle pagine di ricerca appena aperte o su siti specializzati come LinkedIn stanno sempre più somigliando a quei siti di ricerca di cuori solitari o più evidentemente a quelli che promettono sesso selvaggio con una mezza dozzina di donne diverse...al giorno!

Messaggi e popup ammiccanti in cui promettono a fronte di iscrizioni gratuite motori di ricerca che al primo colpo offrono l'occasione della propria vita. Iscrizioni gratuite ovviamente: e che ci vuole a mettere un nome ed una mail? Salvo poi scoprire che quanto di più concreto apparentemente esiste dietro la scintillante vetrina di facciata è saldamente nascosto da una richiesta di denaro in forma di abbonamento: da pochi euro a diverse decine se non un centinaio per sottoscrizioni a sicura visibilità e concreta possibilità di essere selezionati.

Recentemente, e continua l’analogia con i siti specializzati in ricerche per stabilire relazioni tra i sessi, appaiono persino annunci robot automatizzati, palesemente falsi, in cui traendo automaticamente informazioni dai profili dei vari social network (LinkedIn già citato, od anche MySpace o Facebook) si subisce un tentativo di adescamento che riporta che tizio o caio hanno visto il proprio profilo (professionale ovviamente) e non vedono l’ora di contattarti…Altro che speed dating!

Se si abbocca (…) ci si iscrive con due click ed inconsciamente forniamo altro materiale: usare mail gratuite come GMail, Yahoo, MSN, Hotmail ed altro, se possedute, danno inoltre accesso automatico ai robot che leggono la nostra posta a nostra insaputa indicizzando informazioni che usano per fare pubblicità. Ma poi il contatto vero è dietro una richiesta di denaro.

Esattamente quel che accade con i siti specializzati in incontri.

Personalmente non credo che pagando qualcuno, o peggio qualcosa, si possa facilitare la possibilità di pubblicizzare ed aumentare la proprio visibilità professionale: un profilo ben fatto potrebbe essere sufficiente.

Ed a proposito di profili e curricula giusto ieri leggevo che un’indagine ha appurato che la maggioranza dei CV femminili che contengono foto di ragazze o donne se carine o belle vengono scartati a priori più facilmente degli altri.

A quanto pare l’Italia è uno dei pochissimi paesi che ha introdotto il fatto di allegare una foto al CV, all’estero non lo fa quasi nessuno. Perché un’immagine dovrebbe infatti fare la differenza? L’immagine potrebbe essere discriminatoria esattamente come qualsiasi altro elemento fisiologico od estetico che non ha nulla a che fare con esperienza e professionalità.

Il perché vengano scartati più facilmente i CV di cui sopra è presto detto: negli uffici personale della stragrande maggioranza delle aziende il pre-screening o le fasi successive sono spesso condotti da donne che vedendo CV femminili con foto interpretano la cosa in maniera negativa e psicologicamente tendono a vedere la cosa come un elemento discriminatorio.

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