sabato 14 aprile 2012

Defibrillatori vendonsi

La campagna di quest’anno della Onlus “Trenta Ore per la Vita” sta raccogliendo fondi per la chiacchieratissima Croce Rossa Italiana (qui nello specifico) al fine di piazzare qualche centinaio di defibrillatori presso scuole e strutture sportive.

La Onlus suddetta è notoriamente governativa, visti anche gli spazi televisivi e mediatici che riceve gratuitamente (?) sia da Rai che da Mediaset dal 1994, viste le complicità con le grandi compagnie di operatori di telefonia mobile che lucrano abbondantemente sui famosi sms di solidarietà.

La CRI operativa, è formata per lo più da sfigatissimi volontari che spesso ci rimettono di tasca loro (o con i soldi dei contribuenti, i nostri) per acquistare mezzi e materiali e che donano gratuitamente ore della loro vita nel servizio di volontariato: tutto questo a fronte delle centinaia di milioni di euro che ogni hanno la CRI ufficiale fagocita per pagare sedi, mezzi e stipendi di quattro gatti in divisa con carriere equipollenti a quelle militari ma senza concorso alcuno ma che si lucidano mostrine e blasoni ogni 2 giugno.

Un defibrillatore costa meno di un computer, può andare dai 1400 ai 2000 € per i modelli più sofisticati e moderni. E allora perché tanto rumore? Tanto da coinvolgere raccolte di fondi per milioni di €? Pur mettendoci i costi che gli operatori sanitari dovranno fare per formare le persone addette al primo soccorso in scuole o centri sportivi mi sembrano bilanci davvero eccessivi. Se non erro la mia azienda ha recentemente speso qualcosa come 1500 € per fare un corso di formazione base ad 8 persone.

Non discuto la nobiltà dell’operazione o la sua utilità: un arresto cardiaco non è qualcosa che può capitare solo a qualcuno che ha problemi cardiaci pregressi. Per tantissimi motivi può capitare a tutti e la tempestività dell’intervento, sempre che comunque si siano allarmate le strutture di pronto intervento, può davvero salvare una vita.

Ho personalmente fatto due corsi BLS (Basic Life Support) anche se non il BLS-D (dove la D sta per defibrillation) e dubito che con un defibrillatore in mano chiunque possa pensare di utilizzarlo in caso di emergenza.

E perché uno stato moderno ed efficiente deve aspettare che qualcuno organizzi una serata di beneficienza per mettere in scuole e palestre qualcosa che dovrebbe esserci per legge? Non la solita cassettina del pronto soccorso con due cerotti che non si attaccano, un pacchetto di garze sporche ed una boccetta d’alcool etilico che come noto pizzica e basta ma non disinfetta un cazzo.

E’ che mi ricorda tanto la storia dei decoder di Paolo Berlusconi. A qualcuno si dovranno pur vendere si diceva allora.

1 commento:

  1. Grande, finalmente qualcuno che dice le cose come stanno!

    E' tutto business, guarda caso lo sponsor è proprio un'azienza che vende elettromedicali ahah.. buffoni!

    Ora poi stanno mstrumentalizzandoo il fatto del calciatore deceduto per farsi pubblicità..peccato che anche su sky sport 24 TUTTI gli intervistati nutrono dubbi su quest'idea!

    Pz

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