mercoledì 18 agosto 2010

Pubblica amministrazione

Appena rientrato dalla Germania dopo un terzo viaggio di vacanza mi ritrovo e ritrovo le solite cose. Non voglio infierire ancora una volta ma come si dice, quando si va all'estero saltano subito all'occhio le cose più elementari per cui da noi si sta decisamente peggio (ad eccezione della Albània ...come direbbe il mio amico Jestercap!)
Eppure nonostante tutta la mia buona volontà non appena rientrato mi sono trovato a combattere con due fastidiosissimi inconvenienti che solo da noi potrebbero accadare.
CASO 1
Un banalissimo lunedì pomeriggio mi sono recato ad uno di quegli uffici postali centrali che notoriamente osservano orario continuato dalle 8:30 alle 18:00 e come lo trovo? Ma CHIUSO of course. E perché? Ma che domande! Ovvio: è agosto, si va in ferie e quindi il personale è insufficiente per tenere aperto anche il pomeriggio. Passi che non si assume (tranne i soliti noti) da anni ma se è vero che il personale è in parte in ferie è altrettanto vero che, compatibilmente ai fondi ed alla crisi, anche parte dei cittadini è in ferie e la proporzione utenti/impiegati dovrebbe essere più o meno la stessa.
Ma a parte questa cosa che caso mai andrebbe riportata al direttore di quel UPT che ha siglato un piano ferie da dementi quello che mi ha fatto veramente imbufalire era che l'area contenente i vari Postamat, le macchine per i conti correnti automatici (che comunque una volta su due sono guaste!) era inaccessibile. Da dietro la vetrata le varie spie verdi di inserire la carta nell'apposita fessura lampeggiavano verdi ed invitanti ma, ahimé, il meccanismo di apertura delle porte dopo aver inserito persino un biglietto del tram ed un assegno in bianco, risultava inesorabilmente sordo ad ogni richiesta di accesso!!! Restavano spranghe, mattoni o calci alla vetrata ma come noto sono un onesto cittadino!!!
CASO 2
Mercoledì mattina: uffici del XV Municipio che come noto sono sempre una bolgia infernale. Operazione? Un banale rinnovo di una carta d'identità in scadenza da lì ad un paio di giorni ma deteriorata e da cambiare anche per via della foto visto che l'intestataria, mia figlia, dai 14 anni ai 20 è cambiata parecchio!
Tutto sommato c'era poca genta ed in pochi minuti abbiamo compilato il modulo, pagato le marche varie e, il tempo di prendere un cappuccino, ci hanno chiamato per il ritiro.
Il tipo di carta? E che ve lo dico a fare. Quella di cartoncino marroncina in uso dagli anni trenta con ancora la dicitura "apporre l'impronta del dito indice" laddove mettono il timbro(*)(**). Quando i nostri concittadini europei vedono quel documento sogghignano...chissà perchè!
Mentre una delle impiegate sta per incollare la foto (va detto che ora usano il biadesivo che crea notevoli problemi di scollamento...era meglio la Coccoina di una volta!) mi cade l'occhio accanto alla voce "Stato civile" e leggo, tutto in maiuscolo "STATO LIBERO". Stato libero?
Va detto che mia figlia ha chiesto, con l'apposito modulo di rilascio, di non indicare lo stato civile nel documento e, appunto, alla voce "a tal fine" non ha giustamente messo nulla, perché quel "a tal fine" vale per chi chiede di indicarlo e nel campo "a tal fine" indicherà, "a tal fine", d'essere celibe, nubile, vedovo/a, separato/a, divorziato/a ecc ecc...a tal fine e che cazzo!
Chiediamo lumi e la prima impiegata prova a menare il can per l'aia rispondendoci che hanno indicato lo stato civile perché appariva nella carta precedente...e che vuol dire? Se 5 anni fa l'ho indicato non è detto che debba farlo a vita! E poi, le chiedo, che stato civile è "stato libero"? . Doppio errore ci fu: primo hai indicato qualcosa che non ti ho chiesto e secondo lo hai pure sbagliato!
La prima impiegata, per evitare balbettamenti resasi conto che non aveva a che fare con i soliti analfabeti di ritorno ci passa ad una sua collega. Riepilogo la cosa e questa inizia evidentemente ad alterare il suo stato innervosendosi oltre modo. E che diamine avrà pensato: ma che vuole questo? E che problema c'è se risulta? Dopo tutto è una ragazza giovane...che palle.
A questo punto in genere divento provocatorio. Le chiedo cosa sia lo 'stato civile' di tipo 'libero'.
Ovvio risponde lei, non è sposata.
E da cosa lo ha dedotto visto che ha chiesto espressamente di non indicare lo stato civile e appunto non compilando il campo 'a tal fine'?
Balbett...balbet...
Dopo tutto 'libero' è anche un vedovo o un detenuto che abbia scontato la pena!!!
Ma dove sta il problema? Ma che vuoi che sia?
Il problema sta nel non problema se non di principio e diritto che se si chiede 'A' si vuole 'A' e soprattutto nel non sentirsi prendere per il culo dichiarando che 'stato libero' è valido.

Due aneddoti sulle carte d'identità.
(*) negli anni 40 furono arrestate in Italia due spie inglesi che si erano perfettamente camuffate all'interno di un ufficio ministeriale italiano. Le beccarono perché ad una richiesta di presentare un documento esibirono orgogliosi delle perfette carte d'identità contraffatte a regola d'arte. Peccato che erano gli unici 'italiani' che avevano apposto l'impronta digitale del dito indice nel riquadro bianco.
(**) molti anni fa, appena laureato e dopo aver sostenuto orgoglioso l'esame di stato, andai a rinnovare la mia carta scaduta e, sempre orgogliosamente e con l'entusiasmo dei giovani, nel campo professione scrissi GEOLOGO. L'impiegato allo sportello non voleva accettarlo dicendo che non era una professione. Dovetti esibire il tesserino dell'ordine per convincerlo; tenete conto che allora si mettevano in quel campo voci quali "casalinga" o "studente".

Nessun commento:

Posta un commento

L'Amministratore del blog rimuoverà a suo insindacabile giudizio ogni commento ritenuto inadeguato od inappropriato.