lunedì 2 agosto 2010

Quando l’Italia era come l’Afghanistan

2 agosto 1980 - oggi

30 anni fa ero in vacanza con l'allora mia fidanzata, oggi mia moglie. E sarebbe stata una vacanza molto breve perché da lì a poco avrei preso a lavorare nel bar di un mio zio per metter qualcosa da parte per le piccole spese come sempre ho fatto nei periodi estivi. Eravamo al Gargano, in campeggio, a goderci mare e sole quando arrivò la notizia. Dapprima di voce in voce, poi con edizioni straordinarie dei quotidiani. Ed il dolore lancinante e sordo di quella strage, fin da subito attribuita ad un attentato terroristico (allora era piuttosto difficile pensare ad esplosioni accidentali od incidenti quali quello recente di Viareggio) colpì tutti noi, ogni singolo campeggiatore lasciano quell'aura di amarezza che serpeggia tra tutti coloro i quali sanno che la vita va avanti ma sì, che cazzo, a che prezzo!

Sono passati 30 anni da allora, da quando l'Italia da più di un decennio era come l'Afghanistan, come l'Iraq, come la Bosnia del conflitto balcanico ed i suoi attentati ma con un nemico interno che come un cancro minava la salute dell'organismo senza farsi individuare e sconfiggere con certezza.

E ancora oggi ci sono dubbi, omissioni, vuoti, giustizie incompiute e la certezza che tali resteranno nonostante si creda d'aver individuato gli autori materiali (Fioravanti e la Mambro dei NAR che pur ammettendo decine di altri reati omicidi compresi si sono sempre dichiarati innocenti per questo). La certezza della mano dei servizi segreti, di parti importanti dello stato, del governo di allora, di estremismi ramificati ovunque e di un processo di destabilizzazione che fortunatamente non fece presa!

E oggi, per la prima volta nella storia delle celebrazioni in memoria che ogni anno si svolgono a Bologna, nessun esponente politico dell'attuale governo era presente e peggio ancora, il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Carlo Giovanardi, senatore del PdL, dovremmo dire senatore della Repubblica e quindi di tutti gli italiani, ha osato affermare quanto segue:
«Ogni anno a Bologna si è riproposto il triste spettacolo di una piazza che invece di ricordo e dolore ha espresso odio e livore per coloro che ritiene avversari politici. Bene ha fatto quest'anno il governo a non partecipare ad un rito che per troppi non è un momento di ricordo e commemorazione delle vittime di quella tragedia».

Giovanardi, qualcuno dovrebbe metterti a sedere come fece Totò, premiando il talento con un atto doveroso...

 

E per tornare alla serietà segnalo solo questo video, molto crudo e che si attiene alle cronache di allora.

 

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