sabato 19 marzo 2011

Le patate di Viterbo, Fukushima e Roma radioattiva




Le patate di Viterbo sono radioattive.

Mezzo chilo di quelle coltivate a nord del lago di Bolsena, famose per la loro alta qualità, danno una dose di radioattività pari a quella di una lastra al torace.

E questo perché le patate in questione si coltivano e crescono in terreni di natura vulcanica che sono notoriamente naturalmente più o meno radioattivi. Anche il granito o le rocce intrusive di questa famiglia sono radioattive, e parecchio, tanto che è proibito in edilizia usare più di un certo quantitativo di granito e quando questa cosa non era nota per esempio le bellissime stazioni della metropolitana di Mosca sono più radioattive dello studio di radiologia di un ospedale.

E così molti oggi, catalizzati dalle notizie che si susseguono dal Giappone, hanno scoperto che anche Roma è parecchio radioattiva, addirittura naturalmente molto più di quanto sia misurato in questi giorni nella stessa Tokio da cui, secondo voci false e incontrollate, sarebbe iniziata un'evacuazione della popolazione (35 milioni di abitanti, tanto per essere precisi).

Ma anche qua si danno i numeri in tutti i sensi. 800 REM dichiarati come valore di fondo per Piazza San Pietro a causa del torio contenuto nella pavimentazione storica tipica di Roma (i famosi sanpietrini appunto, blocchetti di basalto ricavati da grossi giacimenti di roccia vulcanica).

Andiamo con ordine e vi rimando al sito inglese di Wikipedia per saperne di più sulle unità di misura come i Sievert ed i suoi simili.

Gli effetti della radioattività sull'uomo si misuravano in REM (dal nome dello scopritore dei raggi X, Roentgen) perché la radioattività in sé si misura invece in Becquerel (nome di un altro illustre pioniere del settore, conterraneo dei più famosi coniugi Curie, con lei talmente famosa da dare il cognome alla coppia anziché quello del marito). Il REM poi è un po' desueto ed è stato sostituito a sua volta dal Sievert (1 Sv = 100 REM), ma basta capire di cosa stiamo parlando: di effetti sulla biologia o meglio la biochimica degli essere viventi, non necessariamente dannosi.

Nell'articolo citato precedentemente e riportato in pompa magna da altri giornali, televisioni e blogger, si parla di 800 REM nell'area di Piazza San Pietro. 800 REM fanno 8 Sv e tenendo conto che la radiazione che normalmente un essere umano assorbe in un anno è di 2,5 mSv (0,0025 Sv) qualcosa non torna. O noi romani siamo fluorescenti e nessuno ce l'ha mai detto o qualcuno ha confuso i REM con i milliREM! Siamo alle solite: si danno i numeri tanto nessuno li capisce!

Che il livello di radioattività romana sia più alto della media di qualsiasi altro posto della Terra normalmente bombardato da miliardi di raggi cosmici (e radiazioni) ogni ora e sicuramente corresponsabili dell'evoluzione dei viventi è cosa nota (qui un più serio articolo) ma fare affermazioni affermazioni del genere è da criminali. E poi parlare di valori assoluti senza riferimenti temporali è altrettanto privo di senso: fare una lastra ogni tanto sicuramente ha effetti pressoché nulli ma farne una ogni giorno alla lunga fa male, e parecchio.

Se pensiamo che la fonte è tale Giorgio Prinzi, nuclearista fondamentalista convinto, non c'è speranza: e ancora una volta siamo di fronte a del sensazionalismo privo di ogni fondamento. Per far sapere agli italiani che non hanno nulla da temere è troppo difficile parlar loro con dati certi, di meteorologia planetaria ed altre sciocchezzuole del genere: si fa prima a raccontare loro la favola della Roma radioattiva con dei numeri che fanno impressione perché si sa, i prefissi "milli" non tutti li capiscono.

Insomma: nessuno sa nulla con certezza, si danno i numeri e si sparano notizie sensazionali abusando di termini quali apocalisse, disastro, episodi senza precedenti e via discorrendo. Ma quale senza precedenti? Per almeno un paio di decenni americani, russi e persino i francesi, hanno fatto esplodere ordigni nucleari con potenze decisamente superiori a quelli delle atomiche di Hiroshima e Nagasaki. E prima che ci fosse al mondo una rete capillare di satelliti e sensori capaci di registrare ogni minima variazione a migliaia di km quanti incidenti nucleari non dichiarati ci saranno stati in paesi come l'Unione Sovietica dalla quale non trapelava nulla?

La situazione è certamente tragica per i giapponesi ma è altrettanto tragico vedere il giornalismo sensazionalistico aggirarsi come avvoltoi intorno ai moribondi anziché attenersi strettamente ai fatti. Proprio in queste ore fonti ufficiali giapponesi ci dicono che il livello di radiazioni è sceso a circa 200 microSv...andate a guardare i valori di Chernobyl poco dopo l'esplosione.

Mi preoccuperei molto di più dello stato di totale abbandono della flotta di sottomarini nucleari russi privi di manutenzione da decenni che non dello stato delle centrali giapponesi in questi giorni.

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