E non facciamola tragica o meglio, italiana, che ha il melodramma nel suo DNA: infarcita di chiacchiere di condominio e reportage da negozio di parrucchiere.
Pochi mesi fa in Norvegia, fulmine a ciel sereno, un esaltato con ormai comprovati seri problemi di stabilità mentale massacrò settantasei ragazzi inermi non prima di aver contemporaneamente organizzato un attentato con tanto di auto bomba. Uno xenofobo neonazista , fondamentalista cristiano, decisamente squilibrato in preda a delirio di onnipotenza e troppo armato.
Pochi giorni fa a Firenze, un altro personaggio, antisemita, decisamente fascista, xenofobo e razzista ma più che altro demente, tale Gianluca Casseri (è interessante notare come la maggioranza delle pagine Internet che lo citano siano inglesi), ha sparato a degli altrettanto innocenti senegalesi che secondo lui avevano il solo torto di essere neri ed ambulanti: ne ha ammazzati due e ferito un terzo prima di riuscire, ahimé, a farsi saltare la testa.
Strage, titolavano i giornali: esagerati. Neanche fosse stato uno dei folli assassini che ogni tanto le cronache statunitensi ci raccontano, ora in una scuola, ora davanti nel parcheggio di un centro commerciale e qualche volta, nell’atrio di una stazione ferroviaria.
Ovvio che non esiste una misura per questi due episodi egualmente esecrabili ma mentre per i fatti norvegesi i loro media hanno fin dall’inizio saputo tenere lontane le facili speculazioni da noi si è passati come sempre all’eccesso, tanto per distrarci da ben altre problematiche.
Voglio minimizzare insomma, volare molto più basso pur condannando certamente l’episodio. Ritengo quanto accaduto a Firenze dello stesso peso di quanto vede spesso protagonista la follia in genere, domestica o no: ma quale xenofobia, razzismo, ghettizzazione della comunità senegalese (o di qualsiasi altra provenienza!), intolleranza strisciante, fiorentini e toscani tutti peggiori dei peggiori leghisti…
Si è trattato di un episodio circoscritto e limitato alla follia, ancorché momentanea, che colpisce qua e là con radici impossibili da analizzare col senno di poi. Né più né meno che quel che succede a chi spara al prossimo per una lite scatenata per problemi di traffico o di parcheggio.
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